Non si può, no, non si può immaginare un Bardo che va da una specie di psicoanalista dell’epoca. Non si può neanche pensare a delle tazze, forse da tè, con dello scritto stampate, ma forse è un dettaglio insignificante.
Desisto.
Shakespeare merita vendetta, con un biopic della BBC magari.
d’accordo, S.I.L. è pieno, pienissimo di deliziosi anacronismi (i provini che sembra di essere a Broadway, la regina Elisabetta che va a teatro in incognito…) ma secondo hanno voluto divertirsi così, (a-cazzo-di-cane, scusa il francesismo), come per Marie Antoniette (che balla il rock e tra le tante scarpe ha anche delle Converse-all-stars)
bisogna accettare certi film come delle allegre provocazioni
postscriptum, chiedo sempre a tutti: “come mai Rupert Everett (che fa Marlowe) non è nei credits????”
ne sai qualcosa tu?
Non so e non voglio saperlo. Credo di essermi fatto influenzare dal Torneo degli Oscar.
Io devo ancora vedere Marie Antoniette, ma almeno lì credo tutto sia dichiarato, e aspetto Kirsten Dunst un’altra volta al varco per stupirmi della sua bellezza.
Conosco tante che adorano questo film.
A me “Shakespeare in love” non è mai piaciuto, mi sa di presa in giro.
“Marie Antoniette” è tutta un’altra cosa. Coppola la vede come una ragazzina diventata improvvisamente una star, e cerca di far capire questa sua idea aggiungendo un po’ di rock alla storia.
La Coppola non è furba e basta, sa dirigere un film.
L’ultimo paragone che ho per Shakespeare in love è quello con SPQR, con Boldi e De Sica, dove tutto è riciclato (già la scena d’inizio è strausata dai due, che si incontrano su bolidi sfreccianti). Lo so che azzardo, ma a me ha dato lo stesso fastidio.