La lingua del santo

E ora, qualcosa di completamente diverso. Dopo le piccole, grandi polemiche, le provocazioni più o meno raccolte, dopo i vari Cineforum (a proposito, dategli un’occhiata a questo indirizzo) dovrei tornare al ciclo commedie, sempre se gli altri impegni me lo concedono. Tra Torneo e il già citato Cineforum dovrei avere un bel da fare.

Come molte volte negli ultimi tempi, senza contare le innumerevoli volte che ho visto i miei film preferiti, riprendo in mano un film che avevo già visto. Carlo Mazzacurati cura la regia, Fabrizio Bentivoglio e Albanese sono i protagonisti di una storia ambientata a Padova e dintorni. Dalle mie ultime parole potete capire di chi si parla nel titolo, quel Sant’Antonio che protegge almeno la città. C’è tanto della mia terra nel film, la summa del quale si può trovare nell’annuncio televisivo per la campagna di riscatto, proposta da un imprenditore che si è fatto da sè. Ma per tutto il film si sente l’incredibile dialetto ostentato dal personaggio di Bentivoglio, uno che non penseresti nato a Milano, ma ancora più incredibile è Albanese, nel ruolo di un rugbista col piede d’oro ma con altri mezzi di sostentamento, e che tratteggia una certa parlata padovana.

E’ quindi anche un film d’attori, dove la trama e l’ambientazione sono insoliti nella filmografia italiana. Pochi hanno avuto il coraggio di prendere in mano il Nord-Est, penso ad esempio, poco lontano dal cinema, a Marco Paolini, presente in un cameo. Noi siamo gente che lavora, che produce in silenzio, che non rompe i maroni, non abbiamo tempo per fare i cinematografari, come si diceva altrove; tase, prima de parlar, ma ogni tanto sorprendiamo con storie su santi, balordi, e imprenditori.

5 pensieri su “La lingua del santo

  1. Gegio ciao, sono Luigi (quello di Nuovo Cinema Locatelli). Bello il tuo blog, davvero. Però, io che ho parecchi anni più di te, con questo fondo nero faccio un po’ di fatica a leggerti, anche se il nero si sa è sempre il massimo dell’eleganza

  2. La Lingua del Santo è un film che ho amato moltissimo… non ho radici nel nord-est, ma è un pò la mia terra di adozione, visto che ne frequento le coste da 25 anni (i miei genitori hanno una casetta ad Abarella).
    Bentivoglio ed Albanese straordinari, per una storia bella ed insolita… Leggendo le tue ultime considerazioni, mi è venuto alla mente un altro bellissimo film, in cui si da voce al nord-est e al suo inconfondibile accento: Primo Amore di Matteo Garrone, con un fantastico Vitaliano Trevisan che interpreta un orafo ossessionato dal peso dell’oro e della carne. Capolavoro.
    Grazie Gegio, come sempre.

    • Come per La lingua del santo aspetto di rivederlo. Intanto l’ho registrato. E magari lo inserisco in un miniciclo dedicato alle donne. Primo amore comunque non si scorda, e non è una frase fatta.

  3. Mazzacurati è uno dei miei registi italiani preferiti. Un cinema semplice, di piccole cose, di paesaggi padani, ma non solo (penso a Il Toro). Ho avuto la fortuna di assistere a un paio di proiezioni, con lui in sala, ed è una persona assolutamente gradevole, anche se all’apparenza burbera. Penso che meriterebbe maggior risalto. Speriamo che Venezia gli porti fortuna!

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