Tagliando la testa al toro…

Non c’è solo cinema per i miei occhi, anche perché registro principalmente telefilm, dei quali magari un giorno scriverò qualcosa. Intanto ho impostato diversi timer, quasi tutte le prime serate della settimana, quasi tutti per Mediaset Premium…Ho un dvd-recorder rovente, ma spero che anche questo diventi un appuntamento semifisso.

Haven è prodotto da SyFy, canale di fantascienza. Si parte senza i presupposti del pilot, e si introduce il personaggio, il luogo, il contorno con forse troppe cose non dette, con l’ironia che piano piano scompare, per dare spazio alla storia romanzata da Stephen King in un recente libro. Non c’è però il climax della fine dell’episodio pilota, e il doppiaggio italiano non trascina esattamente nella visione…Perché quindi continuare a registrarlo???

Persone sconosciute l’ho registrato per un motivo solo, a parte le buone recensioni: Christopher McQuarrie. Chi ha scritto I soliti sospetti e Le vie della violenza ne sa di thriller, ma l’onda lunga di Lost prosegue e proseguirà per un bel pò. Siamo infatti in quel territorio, anche se non sembra ci siano salti temporali, fisica, metafisica, ma solo un complotto che vede alcune persone rinchiuse in una cittadina senza alcun motivo apparente, senza alcun legame tra loro. Il climax qui è assicurato dal portiere di notte più inquietante mai visto in tv. Interessante, ma voglio vedere almeno un’altra puntata.

The event è praticamente una sola parola, ripescata da tante recensioni di tanti anni fa: adrenalina. Però qui ci si ricorda di 24, e forse l’inizio è la fine, o magari riesco a capire perché si parla di “un evento”, un complotto forse, che si spiega nelle puntate successive. Irrealistico, ma non per la trama, bensì per come viene esposta. Dateci qualcosa di meno movimentato per piacere, e non azzardatevi ad innalzare il climax proponendolo un giorno dopo la trasmissione negli Usa.

Breaking bad come il precedente ha l’impronta del flashback iniziale, ma non fa parte del genere action/fantascienza/horror, anzi è drammatica per certi eventi, anche se potrebbe scappare il sorriso, o cogliere l’ironia di alcune scene. Il primo paragone che posso fare è con Weeds, con gli stessi problemi economici dei protagonisti, anche se qui manca poco alla dipartita del professore di chimica, inserito alla meno peggio in famiglia, a scuola e al lavoro extra. Non so se proseguirà al meglio, ma supera di poco gli altri telefilm di questo post.

Rubicon parte piano, mi hanno detto, ed effettivamente il ritmo non è elevatissimo, ma al contrario di The event la velocità e i rallentamenti dovrebbero essere nei tempi giusti. Si parte con un cruciverba, si arriva in una stanza dove 4 persone parlano della morte di una persona. Immezzo c’è forse la Cia, anche se l’ambientazione non sembra essere americana…smentisco, è New York quella fotografata magnificamente. Mi sono chiesto se alla fine della stagione magari ci fanno entrare anche l’11/9 nella trama, cose così capitano in serie del genere, se il protagonista ha visto morire la sua famiglia al World trade center.

Lie to me è impressionante nei primi minuti, in cui si introduce il personaggio e le sue facoltà di lettura del comportamento non verbale. Se incontrate una persona così, o anche una del suo staff, cambiate strada. Certo, è un’americanata, inseribile nel filone di investigatori capaci, e perdipiù in quello dei gialli da risolvere (a proposito, aspetto che Premium rimandi tutte le puntate di Monk). I cambi di prospettiva, i ribaltamenti dei ruoli, gli shock provocati dalla trama del primo episodio promettono bene, se non sei abituato a Colombo o alla Signora in giallo, ma non si eleva dalla media delle produzioni in voga in America. Continuare o no a registrarlo???

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