Sogni infranti

La prima ora de Il grande sogno è un bignamino sul ’68, ma era ora, finalmente, che qualcuno lo prendesse in mano. C’è di tutto, perché da lì sono nate tante cose, più o meno sepolte, più o meno attuali, più o meno contestate o contestabili. Da lì qualcuno si è mosso, per vie traverse, verso il terrorismo, o verso la contestazione, poche volte fine a sè stessa, sempre però prodiga, almeno di idee.

Tutti avevamo paura del terrorismo, presente anche in Romanzo criminale, sulla Banda della Magliana, dove anche Bologna è solo un pezzo del puzzle, dove i servizi segreti coprivano anche persone non degne di tale incarico. Nel film ci sono, oltre ai banditi, oltre ai personaggi poco puliti, oltre a terroristi convinti, anche ai mafiosi, e i “pagliacci” come Peppino Impastato, che aprivano le radio per contestarli, in Sicilia, venivano fatti fuori. I cento passi.

Anche Dalla Chiesa è stato fatto fuori, dieci anni prima di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e non so chi preferire tra i tre, dopo aver visto Cento giorni a Palermo.

Giorgio Ambrosoli invece non era un contestatore, non era di sinistra, non era dentro lo Stato come altri personaggi, ma si è messo immezzo, e mi manca pure lui, Un eroe borghese.

3 film su 6 con/di Michele Placido.

Pochi come lui hanno avuto il coraggio di ritrarre certi aspetti poco chiari della storia italiana, penso a Giuseppe Ferrara, del quale ho sempre in gola I banchieri di Dio. Pochi come lui riescono poi a farlo col sostegno delle case produttrici. Ha affrontato argomenti scomodi, con la faccia tosta e insieme l’innocenza che pochi possiedono, sempre rimandendo nel sistema. E’ il momento di dargli un riconoscimento, perché da Cattani in poi tutti si sono dimenticati di lui, e buca lo schermo solo per film come La sconosciuta, o per Oggi sposi, o per Baarìa. Ha dato molto, e molto deve dare, se in futuro vuole fare qualcosa sulla loggia P2. Speriamo bene…

(Vedi anche:

La meglio gioventù

The dreamers

Aldo Moro – Il presidente

Casinò)

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