Americaneide – Seconda parte

Nixon. Solo alla fine di uno dei miei libri preferiti, 6 pezzi da mille di James Ellroy, in cui tutta la Storia americana è praticamente in malora, si inizia a parlare di Nixon. Personaggione per giunta presente o citato in diversi film che ho visto nelle ultime settimane, da The hoax – L’imbroglio a Il gioco del falco, oppure The assassination. Nel primo la storia gira intorno a Howard Hughes (che con J. Edgar Hoover è sopravvissuto a tanti, più del previsto a quanto sembra), almeno così dovrebbe essere…Nel secondo si parla di segreti militari, e forse confondo il giovanissimo Sean Penn con quello recente di The assassination, in cui si parla di un attentato al presidente USA; in entrambi i film, o forse in uno solo, c’è Nixon alla tv. Il nasone ne ha combinate di tutti i colori, per come viene trattato nel cinema, gestendo anche parte della guerra al Vietnam (ricordo una battuta di The assassination su come l’avesse “venduta” agli elettori per ricandidarsi), ma solo Intrighi del potere e Frost/Nixon potevano ampliare le mie conoscenze su tale personaggio. Ho ancora poco chiaro il passaggio dell’impeachment, forse poi ripreso in una delle stagioni di 24, con un attore che tra l’altro gli somigliava.

All’interno dell’americaneide poi mi sono reso conto della presenza di alcuni minicicli. The hoax, in cui basta l’annuncio di un’autobiografia su Howard Hughes per scatenare i media; Zodiac: come un serial killer può approfittare dei giornali; Quinto potere, ovvero quando un disgraziato va in tv, fa quel caxxo che gli pare protestando contro tutto, e gli indici di ascolto salgono, e i profitti pure. I media quindi, grande ossessione da McLuhan in poi, per i quali anche Hollywood si è data da fare, e con prodotti notevoli, negli anni ’70. Basta parlare di Tutti gli uomini del presidente, praticamente un instant-movie le cui lodi non bastano mai. Zodiac gli somiglia, anche nelle atmosfere.

Il cinema americano però è anche storie personali, o che non si prendono la briga di affrontare la storia. Un tranquillo weekend di paura, ad esempio: guardatelo prima di andare in gita in montagna, per rendervi conto di quanto l’America possa essere profonda. Non torno a casa stasera, che diminuisce il mio debito verso Coppola, in cui una donna si rende conto che la vita tranquilla che aveva non era tutto ciò che potesse pretendere in quel momento, ed inizia un viaggio…

Oltre ai salti temporali intrinsechi, in cui passi da un film degli anni ’70 ad uno molto più recente, come da Quinto potere a Zodiac, ce ne sono provocati dai film raccolti da me in tre anni di registrazioni. Sarebbe stato bello inserire dei film che parlassero degli USA negli anni ’80, e forse ce ne sono, basterebbe guardare in archivio…magari faccio una postilla…Quindi sono saltato agli anni ’90 con 8 mile, in cui una città fantasma  (almeno così la definiva praticamente Michael Moore in un suo film, ma “rinata” a quanto pare), Detroit, diventa terreno di scontro per umanità in cerca di riscatto dalla povertà che è arrivata o sta per arrivare. Certo, le ambizioni artistiche di Eminem sono poca cosa rispetto a chi sopravvive con pochi dollari, magari con una famiglia…

America oggi poteva essere il titolo di questi post, ma il film di Altman è qualcosa di indescrivibile, non tanto per i personaggi, tantissimi, e per come si intrecciano, ma per il tono che ha voluto dare al film. Gli anni ’90 erano anche questo, e Los Angeles si conferma città lontano dall’ordinario; se volete un ritratto dell’America non serve andare troppo lontano…Anche la Portland di Paranoid park è sufficiente, se la volete vedere con i soli occhi di un adolescente, ed ecco un’altro salto temporale. Si fanno altre miglia e si va a finire nelle immense distese di campi di mais e granoturco, autentico motore agricolo del paese, in cui un vecchietto, messo peggio di quanto pensavo, vuole andare a trovare il fratello con un tagliaerba. America post-contadina, in cui puoi trovare sostegno morale in individui ai quali non daresti altrimenti fiducia. Una storia vera.

Due dei temi caldi che volevo affrontare meglio erano quelli della pena di morte e dell’Iraq. Per il primo mi sono lasciato scorrere addosso The life of David Gale, ma con tanto parossismo. Per l’ultima guerra (perché è questo, una guerra, non un’operazione di pace) ho pensato di vedere Nella valle di Elah, ma al di là dei meriti che tutti gli danno, non ho visto una certa denuncia del militarismo imperante anche da noi. Piuttosto ho avuto dei dubbi per come hanno imprigionato degli individui a Guantanamo, con The road to Guantanamo, per il quale mi sono chiesto se e come hanno studiato i metodi di tortura fisica e psicologica presenti nel film; ok, ogni tanto per i militari fanno scoppiare una bolla di soldi buttati in industria bellica, ma chi ha deciso di farli stare al sole con le gambe incrociate, ad esempio?

Potevo chiudere con due film recenti, Michael Clayton e Nessuna verità, ma il primo mi è risultato ostico fin dai primi minuti, mentre il secondo non doveva certamente far parte di questo ciclo, visto che buttano tutto in vacca, rendendoci simpatico il Russell Crowe della Cia, e sembra più un film d’azione che drammatico.

Altri film consigliati sugli USA:

Quarto potere

Taxi driver

JFK

Fahrenheit 9/11

Americani

La 25a ora

Mystic river

The aviator

Good night and good luck

L’ombra del potere – The good shepherd

4 pensieri su “Americaneide – Seconda parte

    • Forse ce l’avevo Syriana, ma dov’è finito??? The informers sembra invece interessante, appena lo danno in tv lo registro.

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