Dolore, morte, religione, aldilà

Non è che ho paura di morire. E’ che non vorrei essere lì quando questo succede. (Woody Allen)

Morire non mi piace per niente. E’ l’ultima cosa che farò. (Roberto Benigni)

Penso a Hereafter e penso a Fearless – Senza paura di Peter Weir. Certo, in quest’ultimo film c’è un disturbo post-traumatico, ma come non pensare alla donna di Eastwood dopo lo tsunami? Non voglio parlarvi dell’apertura del film, va vista e basta, senza parlarne. Vorrei poi dirvi cose intelligenti su Hereafter, senza però mai superare le lodi per gli altri film del regista. Vi dico solo che lui ha superato l’ottantina, e un pensierino l’avrà fatto sicuramente sulla morte. E poi il film è prodotto da Spielberg, quindi risente nel famoso finale della sua poetica.

Unica cosa da far notare però è che con il film viene fatto un tentativo di scardinare il monopolio della Chiesa su ciò che ci dovrebbe esssere dopo la morte. La Chiesa…Di recente ho visto alcuni film con protagonisti dei religiosi: riso e concepimento sessuale erano tabù, erano cose da evitare. Se per Il nome della rosa non si può pensare al romanzo, al giallo come struttura, per Agnese di Dio posso solo essere dalla parte della psichiatra. Penso anche alle recenti dichiarazioni del Papa sull’educazione sessuale e civile, ma anche alla a quest’altra dichiarazione sul Big Bang e l’onnipotente. D’altronde noi abbiamo iniziato a credere nel uomo dalla barba bianca da qualche millennio, mentre il nostro pianeta ne ha viste parecchie di cose in alcuni miliardi di anni. Penso quindi a Il pianeta delle scimmie, perché l’oceano a sotterrare la Statua della libertà c’ha messo un attimo, o forse millenni…Non è che faremo la fine dei dinosauri? Cosa pensare poi di cristiani che prendono la Passione di Cristo e ne fanno un gore film? Non è che ci immaginiamo un pò troppo avvenimenti capitati due migliaia di anni fa? Come ci sono arrivate poi le informazioni su tali eventi? Da una istituzione, l’unica forse, che non lasciava deperire i libri, in un certo periodo storico, prima di Guetenberg, prima della stampa. Altre istituzioni invece affermano che non si può abbandonare questo mondo, o che dal coma a volte non ci si risveglia.

Dubbi sempre più importanti.

Dolore, morte, religione, aldilà, sono tutti argomenti scottanti, quasi indiscutibili, viste le personali concezioni di ognuno, vista la riservatezza di ognuno di noi, visto il tono con cui se ne discute con altri. Io sono qui per affermare che non c’è monopolio di idee, anzi, i dubbi sono tantissimi, e il fatto che Gesù ha viaggiato molto prima delle cronache dei Vangeli, magari capitando nell’India del buddhismo, e che sia pure un profeta per la religione islamica, mi fa dubitare dell’assolutismo delle religioni. Certo, esistono i Manoscritti del Mar Morto, che fanno sorgere qualche dubbio, sia sulla Bibbia, sia sulla concezione dell’universo presente. Non è che quest’ultimo, con la sua durata e potenza inimmaginabili, non ci lasci “scoperti” dopo la nostra dipartita? D’altro canto viviamo una vita piena di cose, non solo materiali, ma anche di sentimenti, di emozioni, di sensazioni, e tutto ciò che compone la vita: come poter ripetere la nostra unica, personale presenza nel mondo? Non abbiamo goduto abbastanza di ciò che ci è stato dato? Non è che le nostre “batterie” si scarichino completamente con la morte?

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