Se tanto mi da tanto?

Troppi timer del mio dvd-recorder dedicati ai telefilm, quindi cerco di ridurli scrivendo di alcuni telefilm di Cielo, il canale di Sky sul digitale terrestre. Prerogativa di queste occasioni è poter interrompere la visione appena la serie si rivela una boiata.

The ex-list. Ho trovato interessanti le parole scritte qua e là sullo script, e il personaggio della cartomante prometteva bene, ma non c’è un’introduzione, sparano il primo ex dopo pochi minuti, un rocker prima sentimentale poi seduttore sorprendente…mah. Inoltre c’è un continuo dejavù verso Friends, o forse è solo l’atmosfera svagata, fancazzista. Perché fidarmi delle altre recensioni quindi? Passo falsissimo…

Hawthorne. Un’altro medical drama che forse non ci serviva. Bastavano le prime stagioni di Grey’s anatomy forse, oppure prendi la cosa meno seriamente e guardi Scrubs, non ne fai un motivo per riflettere sulla vita come in House. Non oso pensare a come proseguirà…Siamo poi sicuri che Cielo non metta in onda gli scarti di Sky, le serie che non sono proprio andate bene? E io che sono pure arrivato alla fine del pilot…

The beast. Mi correggo (ma non cancello le parole scritte sopra): Cielo manda in onda roba buona. L’ultima fatica di Patrick Swayze sembrava un poliziesco, ma il titolo del telefilm deve far pensare, se il co-protagonista nella rubrica del cellulare lo ha soprannominato Devil, e se uno dei poliziotti più duri mai visti è forse un corrotto. Andare a “prelevare” un lanciamissili nella sede dell’FBI, per rivenderlo a dei mercanti d’armi, fa dubitare della tenuta dell’agente infiltrato. Risulterà poi ancora più cattivo?

Profiling. Sono sempre stato lontano dai polizieschi, quasi sempre anche dagli investigatori. Perché allora questa serie? Mi sembrava originale, ma ciò che forse mi ha attirato, la criminologia, è stato superato dal personaggio, una bella donna dagli occhi azzurri, i capelli rossi e con una condotta piuttosto originale per un telefilm del genere. Non oso però continuare a registrarlo perché passerà un pò di tempo prima che la protagonista venga approfondita.

Defying gravity. Un pò di fantascienza, ma col cuore, o meglio con lo spirito. Già le parole iniziali fanno riflettere, anche se non ho allarmi contro la banalità. Certo che vedersi un buddista sull’astronave che tenterà, tra molti anni, di fare il più grande viaggio spaziale intorno al sistema solare, già permette di continuare a registrarlo. Senza pensare ai pianti del bimbo di un’astronauta con il retaggio dell’astrologia. Non avevo pochi dubbi sul fatto che fosse il più bel pilot trasmesso in queste settimane.

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