Operazione serie – Dalla A alla B

Ormai parlare di cinema e serie, almeno in alcuni casi, è la stessa cosa. Per ognuno c’è il telefilm che raggruppa le migliori caratteristiche del cinema: per me, su tutti, Lost, dal quale è partita la moda dei flashforward, o del narratore inaffidabile ad esempio. Ma ognuno ha una serie del cuore, in ogni stagione, ogni anno, o per tutta la sua durata.

Due o tre anni fa ho dedicato l’estate ai telefilm, quindi molto tempo fa. Più recentemente ho dedicato un’intera giornata della settimana alle serie, ma sono sempre in ritardo, ho moltissimi dvd registrati di roba che prima o poi dovevo affrontare. Così ho scelto di recuperarli tutti, almeno 24 serie alle quali, per ognuna, dare almeno due ore del mio tempo, la durata media di un film per intenderci. Perché sempre più spesso chi ama il cinema, ama anche le serie.

In ordine alfabetico.

American dreams: l’avevo già visto il pilot, ma ricordo ben poco: l’ambientazione è quella degli anni ’60, prima o durante Kennedy…o forse nel telefilm si parla del suo assassinio? Fotografia, costumi, colonna sonora, ricordo erano accuratissimi, ma il mio dvd-rec non vuole farmi recuperare le prime puntate. Forse i dvd sono troppo vecchi? Peccato.

Alias: per una serie che continuo a registrare fin da novembre non mi sono fermato dalla mancanza del pilot, e sono andato avanti di almeno due puntate. Sono sicuro che nei flashback, negli spiegoni mascherati da altro, riuscirò a capire cosa è successo precedentemente, specie nel rapporto di Sidney col padre. Devo ammetterlo però, stavo per togliere il timer al dvd-rec, l’unico motivo però che me lo ha impedito è il climax che si crea alla fine di ogni puntata, anche se di spie in copertura, di azione, di thriller, di risvolti sentimentali per la parte femminile del pubblico, di tutto questo eroo quasi stufo. Non dimentico poi che è firmato J.J. Abrams, quindi continuo a registrare…

The beast: ad un tratto l’illuminazione: somiglia a Il cattivo tenente, solo con meno droga e con un collega. Ma fino all’ultimo ti domandi se sia veramente un personaggio positivo, almeno fino alla terza puntata, in cui si vede il passato della bestia. Il personaggio ha modi, idee, azioni, comportamenti che fino all’ultimo lo fanno sembrare uno che utilizza altri metodi di polizia, ma ricordatevi dei Soliti sospetti, in cui il diavolo…

The big bang theory: il telefilm che avevo scartato anni fa si è ora rivelato il più divertente. Chiamarli geek è insufficiente, come l’uso degli aggettivi genio o disadattato, almeno per le donne, con cui hanno dei rapporti non facili, finché non si trovano una ragazza che somiglia alla Britney Spears degli anni d’oro, ma credo che al quinto episodio non si sia detto abbastanza del personaggio. I personaggi secondari poi sono motivo ulteriore di ilarità, e sembra finalmente di essere tornati ai tempi di Friends, con il pianerottolo, l’ascensore guasto e i dialoghi sui sentimenti che necessitano di un rewind. Mi chiedo chi sono i genii (o geni?) che l’hanno scritto, perché ormai i soggetti del telefilm si camuffano, e descriverli è veramente impresa ardua.

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