Uno su dieci – Film recenti (3) e commedie (1)

Prima di passare ad una specie di maratona riguardante i telefilm, vi lascio alle considerazioni sugli ultimi film visti. Anche qui, come per la prossima serie di post, non c’è tanto di cui parlare.

Gli abbracci spezzati. Melò, colpi di scena, anche se a volte sono telefonati, cinema. Almodovar sembra rifaccia Tutto su mia madre, con un lungo flashback a tratti cinefilo, ma affascinante come la protagonista femminile, la Penelope Cruz che stavo quasi per dimenticare. 6/7

The wolfman. Me lo sono già chiesto: perché registrare tutte le prime visioni di Mediaset Premium? Mi faccio del male. 5

Ho iniziato a leggere i pdf delle pagine salvate con lo scanner di Filmtv, e l’anziano attorone inglese, padre del protagonista, dopo aver fatto Proof – La prova, diceva questo: “Quel che non sopporto del cinema di oggi, che tra l’altro non si dovrebbe neppure chiamare cinema, è lo smisurato uso degli effetti speciali. Non sono più film diretti da registi, ma film realizzati da montatori”.

Shutter island. Qui mi rendo conto della grandezza della colonna sonora, del cinema inteso come sala e delle versioni forse meno censurate. A me sembrava durasse di più di due ore e qualche minuto, e davanti allo schermo grande sembrava pure che le immagini ogni tanto si fermassero per qualche decimo di secondo, ma mi sbagliavo. Questa era la volta in cui per un thriller si cercano gli inghippi, le sfasature della sceneggiatura, e così viene fuori che il film non è proprio perfetto. 6 1/2

Green zone. Iraq, Paul Greengrass, cinepresa a mano. L’unica cosa immobile è la faccia di Matt Damon. Peccato perché la storia è piuttosto rivelatrice, se i fatti alla base sono veri. 6

Codice: Genesi. Come non pensare a Mad Max, come non avere altre decine di dejavù, come non pensare ad uno dei peggiori finali scritti negli ultimi tempi? Per fortuna il bibliotecario sembra ponga il volume alla base delle vicende alla pari di molti altri. Anzi, sono curioso: quali sono gli altri libri vicini alla Bibbia nello scaffale? 5

Happy family: Salvatores non è lo stesso di vent’anni fa, ma neanche quello di Io non ho paura. E’ un film diverso per lui, ma anche per coloro che cercano una trama lineare, diretta, senza i fronzoli di sceneggiatore del protagonista e di chi l’ha scritto in realtà. Ci sono Abatantuono e Bentivoglio che rifanno i loro vecchi personaggi dei migliori film del regista, ed è già un bene, dovrebbe bastarvi. 6

Smash his camera. Chissà cosa credevo di guardare…Un documentario sui paparazzi, sulla dolce vita di qualche decennio fa, e invece è l’apoteosi di un solo fotografo, con 3.000.000 di foto in archivio, una specie di ossessione per Jaqueline Kennedy (o Onassis, fate voi) e la sfrontatezza del mestiere. Ha fatto molti soldi, si vede, con certe foto meravigliose, anche famose, ma ha un gusto kitch per la casa. 5+

Pane, amore e fantasia. Passo obbligato per un appassionato come dovrei essere. Anni e anni a dubitare se registrarlo o meno, nelle scorse estati. “Il passaggio tra neorealismo e commedia all’italiana, con successi stratosferici”, così riassumo dal Mereghetti. De Sica sembra un grande, e la Lollobrigida è stata pure giovane, a quanto pare, e bellissima. Certo, tutto appare provinciale, ma meritava almeno una visione. 6

Pane, amore e gelosia. Visione interrotta, forse perché bastava un film della saga, forse perché due ore immersi nella vita degli Abruzzi rurali degli anni ’50 è parecchio tempo. La trama si complica, ma quanto? 5

Il paradiso può attendere. Warren Beatty produce, non ricordo, e dirige. La sua fissazione per il rugby è divertente, specie nell’assemblea dei soci, i tentativi di assassinarlo rapidi ma con conseguenze nervose nella moglie piuttosto esilaranti. Peccato per la pasionaria, personaggio malscritto forse, o inattuale, ma tutto il resto funziona abbastanza a dovere. 6 1/2. E’ il film che potrebbe salvarsi di questo post, ma sopra di esso non vedo granché, quindi mi astengo dall’obbligo di portarne uno nella Top 200. Anzi no, mi smentisco subito: Gli abbracci spezzati.

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