The Tudors

Per una serie del genere è naturale usare Wikipedia. Enrico VIII era un personaggione, superato forse solo da una delle sue figlie, Elizabetta I, ma ritengo corretto usare la parola spettacolarizzazione delle vicende: perché altrimenti usare la parola “autopsia” nel ‘600? Perché in tutti i banchetti c’era musica, come nei party di adesso? E la tematica omosessuale, non era un pò troppo anticipata? Mediaset ha trattato bene questa serie, anche se ha incentrato le vicende, quindi la programmazione, sulle sei mogli che ha sposato il re. Anna Bolena è la più famosa, ma anche Caterina d’Aragona non dev’essere esclusa dalle citazioni. Gli eventi che si sono susseguiti, dal divorzio per giusta causa (io ero quasi sicuro che il primo divorzio fosse di Enrico VIII, ma forse mi sbagliavo) allo scisma, forse più moderato di quanto credessi (e i Protestanti non c’entrano…dovrei ripassare il manuale di storia), dalla decapitazione della seconda moglie alla saggezza, alla maturità e alla progenia conquistate a forza di matrimoni.

La serie ha dei difetti, ma sembra che Michael Hirst, lo sceneggiatore, si sia documentato molto bene, anche se un prodotto del genere, circa 40 puntate, doveva allargare i tempi, doveva adattarsi al resto dei telefilm del periodo, quindi tutto è un compromesso. Se anche nella faccia di Johnathan Rhys Meyers non si vedono poi tanto gli anni che passano, e le figlie sembra non crescano affatto, è molto affascinante il modus operandi dei salti temporali, in sottotono, senza nemmeno dircelo, con dei raccordi che potrebbero essere gli easter eggs della serie, qualcosa di nascosto, quasi mai spiegato.

 

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