Doctor Who (2006) – Seconda stagione

Si inizia con una rinascita e si finisce con una morte, o un addio, se volete.

Il Dottore si rivela simpatico anche in questa stagione, e pure umanista, e magari innamorato, sempre se supera quella famosa, antica questione dell’amicizia uomo-donna, complicata dal rapporto Signore del tempo-umano. Rose è sanguigna, intelligente, compagnona, ma mi ero già innamorato di lei, alle prime puntate. Il Dottore, se la smettesse di fare lo stupido e ingenuo, se fosse meno vecchio, se non fosse un nerd universale, forse una ragazza fissa la trova…

La storia riprende alcuni momenti della passata stagione, o meglio, la tecnologia, i problemi, i personaggi. Per gli effetti speciali ti domandi dove la BBC ha trovato tanti soldi da spendere: fa cose buone, è seria, ma perché avventurarsi in una serie del genere? Poi c’è la storia di Torchwood, serie spin-off, ma anche parola evocata in tutti gli episodi, e Istituto che prima, con la Regina Vittoria, bandisce il protagonista dall’Inghilterra (bellissimo l’inizio del relativo episodio), poi lo accoglie, nell’ultimo episodio di stagione, come una star. A proposito: bel modo di risolvere (?) il problema dei Dalek e dei Cyberuomini, complicandoci ancora più la vita con gli universi paralleli.

Ah, dimenticavo. Ci sono due episodi in cui si tenta proprio l’impossibile: gli umani che si avvicinano ad un buco nero, anche per studiarlo, e il Dottore che affronta Satana.

Certo che di spoiler non ne mancano…

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