Mi sono sempre chiesto, per la durata del film, quando il regista, Mike Leigh, avesse scelto di inserire il momento drammatico. Per tutto il film la protagonista sembra attraversare la stessa condizione di Ameliè, quella di portare un pò di felicità a tutti, anche ai più musoni. Ci riesce quasi sempre, trova l’amore, degli hobby, ma sempre col sorriso in bocca. Per tutto il film si vedono i colori sgargianti dei suoi costumi, si sente un clarinetto arioso, è sempre primavera, si ride, si scherza, ma quando si arriva alle cose serie, che diventano quasi grottesche, Leigh ci va giù fortissimo. Lo spunto non è dei più originali, lo si capisce da una mezzoretta che, o era il moroso a far cadere Polly con i piedi per terra, oppure… Ma per buona parte del film speravo, con tutto il cuore speravo, che lui scoppiasse in una grandissima risata. Quando invece vedo arrivare la Panda gialla (eh, si, una Panda gialla con la guida a destra), dopo la gita domenicale, e mi vedo il contraltare pessimista e paranoico della protagonista, che fa l’appostamento, beh, non sapevo esattamente quanto mi sarei spaventato alla fine. Un buon film sa mescolare i generi, ma non si tratta di questo; una persona ottimista guarda il bicchiere mezzo pieno, quindi, visto che me lo sono goduto, porterò sempre con me la ragazza con le calze rosse, gli stivali e le faccette da cartone animato, le cose migliori del film dopo il suo atteggiamento verso la vita.
Uscito il 5/12/08
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