Ad un certo punto ti domandi come continuerà la storia, che in un film normale cadrebbe in un impasse (o in default, se vogliamo essere d’attualità). E pure alla fine, le sorprese non mancano, anche se, talmente è alto l’entusiasmo per Soul Kitchen, che dimentichi una scenea importante, e ti dici che ha già regalato abbastanza. Un ristoratore col mal di schiena, la sua ragazza corrispondente dall’Asia, suo fratello in prigione, in permesso fino alle 02.00, una cameriera artista e occupante, un cuoco che dire artista è poco, un puttaniere…sono tanti i personaggi del film, ma ancora di più le situazioni al limite del surreale. Devono essere stati gli antidolorifici ad aver aiutato il protagonista, oppure una forza d’animo impressionante: la giornata finale della sua avventura da ristoratore, ma anche da fratello, fidanzato e inquilino è al limite della sopportazione per tutti. Sfiga da commedia? Forse, ma descritta benissimo, quasi da Oscar. E la colonna sonora? Le preparazioni dei pasti post rinnovamento del locale? E la biondina? E la musica (oso ripetermi, anche se mi immaginavo più Soul, non altro genere)? Non manca di coraggio questo film, ma forse manca di premi? Vediamo…No, i giurati di Venezia hanno fatto benissimo.

Sarebbe il caso di farne una versione italiana.

Uscito l’8/1/10.

Visto anche da Pensieri cannibali, CinemaLeo.