A single man

Un film coraggioso, che non parla di gay nel nuovo secolo, o negli anni ’80, ma ancora prima, nei sixties americani. Un prof ha già visto morire il suo compagno, e si rassegna non con dignità ma con una certa rabbia espressa solo col sarcasmo. Decide, o ha già deciso di farla finita, ma c’è sempre qualcosa che glielo impedisce. Intanto si fa vivere, forse ha dei dubbi, con nuove e vecchie fiamme. Era il ’62, il periodo della guerra fredda mai così calda, quando si costruivano i bunker contro i missili di Cuba. Non c’era ancora la rivoluzione culturale, gli omosessuali erano banditi, nascosti, in fuga o peggio. Lui è uno integrato, ha un buon impiego…Mi pare che non abbia mai rivelato il suo orientamento, forse solo a Charlie, una splendida Julianne Moore, ma la forza di farla finita per un amore finito è esemplare, quasi ottenuta perché non può esserci un’altra esperienza del genere.

Tom Ford sembra il nome di un personaggio, eppure esiste come regista. Colin Firth lo conoscevo per poche cose, Bridget Jones e comunque Richard Curtis, ma si meritava poche cose oltre all’Oscar come miglior attore. Mai vista un’ambientazione simile. Poche cose degne di nota nella colonna sonora. Buona la fotografia, con quelle luci.

Uscito il 15/01/10.

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