100 verità – L’attimo fuggente

Era una serata di fine estate. Due ragazze ci avevano invitato a cena. Io ho glissato. Sapete, a 17 anni, o giù di lì, o c’hai quella delle ragazze, oppure quella dello spleen baudeleriano. Complice una drammatica serie di suicidi tra ragazzi della zona, le quali cronache riempivano il giornale della zona, la fine della bella stagione, e chissà cos’altro, invece di uscire con loro e un amico, ho scelto di andare al cinema. Non ricordo se sapevo esattamente cosa andare a vedere, o fossi capitato al Cinema Mare per caso. Magari il mio girovagare mi ha portato là, non lo so. Forse pioveva? Mi sono seduto e lì, dopo una lughissima riflessione (verità 55), è partita la mia crescita culturale: Guccini, che sto ascoltando or’ora, Gino e Michele, l’anticonformista, il ribelle di sinistra, Cuore, Benni, Scienze politiche, qualcosa di De Andrè, un pò di controcultura, i cantautori in genere, il complottismo, Avvenimenti, Linus, Rai 3, Fuori orario (forse), il cinema, tutto è nato lì, in quelle ore. Avevo finalmente un mezzo per uscire da quel mortorio che era la mia cittadina d’inverno: sapere, conoscere, capire, confrontarmi (poco subito, tanto in seguito), quindi leggere, ascoltare, vedere, senza dover per forza uscire di casa. Spero di essere cresciuto da allora (verità 29)…Grazie Robin Williams, grazie Peter Weir, grazie Robert Sean Leonard, grazie Ethan Hawke.

Grazie Capitano, oh mio Capitano. Grazie Barbara, ma c’ho messo poco Carpe diem nella vita.

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