Ovvero “Al noleggio (Quello che passa il…)”. Ero disposto a spendere tipo 2 euro, finché c’era il videonoleggio, finchè non mi sono abbonato a Sky, che mi ha fatto recuperare molti film.
- Amabili resti. Sorprendenti effetti speciali, mai si era visto un delitto con gli occhi della vittima, ancora adolescente per giunta. E’ un film drammatico, non un thriller.
- Paranormal activity. La sòla del post.
- Il figlio più piccolo. Di Pupi Avati. Ha fatto film brutti, ma non in questo caso. Anche se tutti non ne tessono le lodi.
- Il riccio. Qui ponevo poche speranze, ma se è finito nel mio archivio c’è un motivo.
- Il quarto tipo. Fantascienza, horror, ma non lo rivedrei volentieri.
- Dieci inverni. Solita storia d’amore italiana, ambientata a Venezia nel corso di 10 anni, tra due giovani. Niente di più, niente di meno.
- Sherlock Holmes. Mi sono divertito, lo inserisco però nella lista di film da vedere in un’altra vita.
- Gli abbracci spezzati. Almodovar con un film neanche tanto considerato. Lodevole.
- Nemico pubblico – Public enemies. Fotografia fantastica per la biografia di Dillinger, perdipiù diretto da Michael Mann.
- Il nastro bianco. Non l’ho capito, ma è di ottima fattura.
- Motel Woodstock. Mi piacciono le storie vicine agli eventi storici importanti, anche se si trattava di un concerto. Inoltre è divertente.
- Parnassus. Deludente. Troppo rumore per poco.
- L’era glaciale 3. Ricordo Scrat, si, ma anche il pirata, modelllato su Johnny Depp della famosa saga. A quando un film sul vero protagonista dei film?
- Drag me to hell. Un grande ritorno quello di Sam Raimi, mi sono divertito, ma niente di più.
- Pelham 123: Ostaggi in metropolitana. Visto una prima volta, quasi odioso, poi una seconda. Ma tutti i film di Scott si fermano ad un certo punto?
- The informant! Non ne ho particolari ricordi: c’è Matt Damon, un personaggio particolare per lui, una truffa, delle grosse aziende. Ho fatto bene a dimenticarlo?