Dalla Top 200 – Metafore e morale

Quando un film ti insegna, anche poco chiaramente, a volte con metafore poco comprensibili.

  • Otto e mezzo. Ma ci risiamo Gegio? Non puoi infilarlo in ogni playlist o classifica. Certo che Fellini…
  • Bowling a Columbine. Mi viene in mente il Canada, a pochi passi dagli Usa. E Charlton Heston. E quei ragazzi.
  • Schindler’s list. Oppure, se non volete guardarlo, andate a Dachau, o Auschwitz…
  • La meglio gioventù. La nostra nazione non è nata facilmente, e dopo 100 anni era più o meno come quella descritta da Marco Tullio Giordana.
  • JFK – Un caso ancora aperto. Kevin Costner è repubblicano, l’ho scoperto da poco, ma la ferita dell’assassinio ce l’hanno tutti, e non è detto che nel film ci sia la verità. Aspettiamo l’apertura degli archivi segreti.
  • The elephant man. La diversità da nascondere, i pregi di una persona tutta da scoprire.
  • Mystic river. Quanta violenza, anche tra amici…
  • I mostri. Non sono nemmeno riusciti a farne un remake, tanta era la ferocia di certi sketch. A tratti per giunta ancora attuale.
  • Good night and good luck. Maccartismo e giornalisti, una pagina nera degli Stati Uniti.
  • 11’09”01. Ovvero come vedere l’11/9 con gli occhi di registi di varie parti del mondo. Mi viene in mente l’episodio finale, poetico ma devastante.
  • Le invasioni barbariche.

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