I signori della fuga

T-Bag vi ricorda qualcuno? …Fox river? …gli otto della fuga? …Prison Break? Ecco, forse ora vi ricordate. Nella terza puntata c’è lui, per qualcosa mi pare di mai visto. Per lui si vede che alla fine della quarta stagione di Prison Break le cose non sono finite bene, e si è ritrovato a Fox River, con i suoi vezzi e i suoi vizi. Un fatto però lo fa smuovere, e via, si da alla fuga. Lui dovrebbe essere un signore della fuga, altrimenti non si spiega la squadra messa sù dagli sceriffi federali. Si esalta, nel titolo, chi riesce a scappare dalle prigioni e gli eroi sono tre detenuti con delle capacità più o meno evidenti (e sono stato gentile) affiancati da due Marshall, uno libero e combattivo, l’altro, anche lui, con problemi giudiziari. Ciò che mi da fastidio della serie non è tanto l’improbabilità degli spostamenti, dei tempi, delle telefonate alla collega che cerchi informazioni su Internet o su un fantomatico database che, sempre più, nei telefilm, assomiglia ad Echelon. O forse è la squadra, composta come in un libro fantasy? E’ il sapientone comportamentista? L’afroamericano che non ha tirato ancora fuori, a tre puntate, le sue capacità? L’unica che mi attira è la cacciatrice di teste, ma è l’eccezione alla regola.

Due sono le cose positive: si parte subito, senza nessuna introduzione dei personaggi positivi, si entra immediatamente nella trama, poi si caratterizzano i personaggi. L’altra è appunto il coinvolgimento non di un attore ma di un personaggio di un’altra serie. Quasi come nei miei E se…Segnalatemi altri casi del genere, per favore.

Penso che con questa serie perderò tempo, quindi gli tolgo il timer sul decoder.

 

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