Mildred Pierce

Una miniserie con Kate Winslet protagonista, dico, non posso perderla, anche se è ambientata negli anni che furono, anche se è drammatica, anche se…Anzi, vi dico che avevo paura di aver sbagliato a registrarla, visto che prima di lei, nei titoli di testa, è citata l’altra parte del cast. Altro dubbio: e se Guy Pearce fosse il panciuto amico di Mildred? Grande interpretazione, rischiosa dal punto di vista della salute, non me la sarei mai aspettata. Invece Guy arriva nel finale della prima puntata, l’unica che ho visto, e torna quasi tutto a posto. Non per Mildred però, che prima si vede dover praticamente cacciare il marito da casa, per via di un’amante. E le entrate finanziarie? Non poteva fare torte a vita, quindi inizia a cercare lavoro. E siamo nella grande Depressione. Un pò per orgoglio (molto), un pò per sfiga, rifiuta due o tre lavori e si trova nel posto giusto al momento giusto. Inizia a fare la cameriera, ma la figlia più grande è praticamente nata alto borghese, non era abituata alle scomodità della vita. La “madre” quindi abbozza quando le spiega la situazione, e poi si convince dell’idea di aprire un ristorante tutto suo. Sembra andare tutto a gonfie vele, con un nuovo amore all’orizzonte, e invece…

La solita mimetizzazione della Winslet è perfetta, riesce a inserirsi in qualunque ruolo (penso a Romance and cigarettes, ad esempio), e un buon script aiuta, e pure un buon regista, Todd Haynes, quello di Lontano dal paradiso, e pure le scenografie, i costumi, le ambientazioni (mi chiedevo ogni tanto se le strade che percorre l’auto sono state rifatte apposta, ma siamo a Hollywood…)….

La storia di una donna negli anni ’30, di quelle che divorziano senza pensare alla crisi, di quelle che si mettono in gioco, e forse trovano la loro realizzazione. Non è quindi una serie sulla Depressione, non è una mera ambientazione, è solo un’altro atto di bravura di Kate Winslet, una delle poche che poteva interpretare quel ruolo. Ora gli manca l’ennesimo Oscar, se si potesse attribuire con questo prodotto della HBO, perché 5 Emmy non bastano, e 4 Golden Globe, se vinti, sarebbero pochi.

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