Gomorra

Ho speso poche parole l’ultima volta che ho visto Gomorra di Garrone. Non volevo sprecare parole, ma ieri ho avuto diverse illuminazioni sul film, ed ho capito meglio la trama. Non serve neanche dire che gli affari della camorra non si fermano allo spaccio, ma arrivano al trattamento dei rifiuti tossici, con dei traffici che neanche ti immagini. Non ho capito il senso della scena del container, con i francesi, ma mi sa tanto che era una roba brutta da ricordare. Roberto Saviano ci immerge in un mondo che su Filmtv definiscono fantascientifico, ma che a noi fa molta, molta più impressione. Possiamo saltare i personaggi del sarto, o quello che porta i soldi ai familiari delle persone arrestate. Posso soprassedere alla scena dei camion con i rifiuti tossici, e i ragazzi con i mitra sembrano da comica nel contesto, con un finale in cui si elencano le caratteristiche della mafia campana, l’organizzazione che ammazza più di tutti e che con la sua divisione, più che abbozzata nel film, ha partorito una guerra ancora più sanguinosa. Non dico che leggerò il libro, ma aspetto con una certa apprensione la serie prodotta da Sky, con cui mi impressionerò ancora di più.

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