Generazione mille euro

Simpatico, a tratti. Neanche tanto incredibilmente le uniche scene che mi sono piaciute sono quelle con Francesco Mandelli, quello de I soliti idioti, quello che non crescerà mai, e gli fanno pure fare i ruoli da ventenne, uno che mi pare usi sempre il suo nome nei film che interpreta, interpretando un cinefilo da 5 (ma solo per il coraggio), ma anche per l’ultimo proiezionista del nostro cinema. Del resto che salvare? Un improbabile storia d’amore tra precari? Dei lavori, sempre precari, da sogno? Mi pare che la vita riservi sempre un lavoro precario, ma non è quello del protagonista, con delle improbabili assunzioni a tempo indeterminato, rese possibili solo grazie ad una delle sue amate. Eh si, ci sono due ragazze, un buon partito nel marketing (pensate in che tempi siamo) e una che si arrabbatta come insegnante. Direi che la scelta è scontata, come il bacio finale in stazione, checché ne dicano i personaggi. Ci avrei visto bene un altro regista poi, non un Massimo Venier che conosciamo per il trio Aldo, Giovanni e Giacomo. Lo rivaluterei se lo rifacessero in chiave drammatica, senza tutte quelle carinerie per i trentenni afflitti dalla Playstation. E non si salva neanche il risvolto matematico della cosa, anche se hanno fatto il tentativo di spiegarmi il Principio di indeterminazione di Heisenberg

Sono stato cattivo? Mai come un precario!!!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.