Simone, non Simon Signoret

Un bel problema i titoli dei post dedicati ai grandi attori: diventano facili se si parla di un solo film, ancora più facile se ho un rapporto quasi leggendario con loro, ma se non li ho mai frequentati, se ho visto più di un film per il post come faccio? Questa volta è facile, avrete senz’altro capito che nella mia ignoranza credevo che si parlasse di un attore, non di un’attrice. C’è poco da scherzare, specie tra voi cinefili incalliti…

Oggi ho visto ben tre film con Lei:

  • I diabolici
  • La nave dei folli
  • L’evaso

Il primo è stato oggetto di un remake di molti anni fa, con protagonista Sharon Stone. Difficile ricordarlo, ricordo che turbava abbastanza, ma non come l’originale. Non vi voglio dire niente della trama, ma i personaggi principali sono due donne con dei problemi con il marito di una di loro. Facile fare scandalo nei ’90, molto più difficile farlo nel 1954, anche se sei lontano da Hollywood. E’ un film francese, qualche brivido e qualche turbamento lo dovrebbe portare per nazionalità, ed infatti la relazione tra le due donne non è chiara, è ambigua anche per i personaggi secondari, che ne sparlano alle spalle. Poi vedersi una donna emancipata come quella interpretata da Simone Signoret deve aver provocato qualche scandalo. Qui era peraltro nel suo massimo splendore, a 33 anni (Wikipedia), e la sua faccia è dura per tutto il film, senza indugi, senza mai aver pensato alle mosse successive del thriller antelitteram. E capisco perché in America abbiano voluto un remake.

Tra questo e il prossimo film ha recitato in Adua e le compagne (che dovevo registrare qualche tempo fa, ma non mi sono esattamente prodigato), ma ha preso pure l’Oscar, per La strada dei quartieri alti.

La nave dei folli è un filmone di oltre due ore, con una strana ambientazione e una strana collocazione temporale. Siamo su di una nave, e si colloca nel limbo delle due guerre mondiali, ma già dopo che le idee antisemite avevano preso piede, o meglio, venivano quasi istituzionalizzate. E’ una nave tedesca, proveniente dal Messico, e ci sono personaggi da melodramma, come quello di Vivian Leigh, personaggi da commedia, come il nano, che ci introduce alla storia, ma non mancano le situazioni simpatiche, personaggi politici, come il socialista, e una selva di ariani. Non so chi fa la figura migliore, a volte ci si consola, ma la seconda diva dei titoli di testa è Simone, che ha però un ruolo abbastanza defilato, quello di una contessa che ha finanziato e armato dei ribelli. E’ ormai in là con gli anni, o forse nel ’65 si invecchiava peggio, e forse si era consapevoli della grandezza dell’attrice, quindi un guest starring addirittura migliore dell’altra diva, la Scarlett di Via col vento (certo che, a leggere Wikipedia, anche per la Leigh dev’essere stato un ruolo molto drammatico, vista la sua biografia). Una Signoret sul viale del tramonto? Con La nave dei folli ha iniziato la carriera americana, dopo aver consigliato suo marito Yves Montand a Marilyn Monroe per Facciamo l’amore, ma non si è fermata, è andata avanti con un César francese, ormai alla carriera direi.

L’evaso è del ’71, quindi Simone ha 50 anni, e qui interpreta una contadina, una popolana che raccoglie un Alain Delon vagabondo…no, evaso. Ma non riuscivo a capire l’ambientazione storica, avevo qualche dubbio che fosse quella della 2a guerra mondiale, ma alcune ingenuità scenografiche mi facevano pensare alla contemporaneità. Il finale poi è basato sull’individuazione dell’evaso, ma anche sulle sue origini. Era una Francia occupata quindi. La nostra è piuttosto provata dalla vita, invecchiata, imbruttita, ma anche combattiva e lavoratrice, anche se aveva parenti e compaesani contro. Una donna contro tutti che passa pure una notte d’amore con Delon.

Ho visto quindi crescere l’attrice, ma mi spiace di non riuscire a trovare L’armata degli eroi. Ormai ero abituato ai ruoli di prestigio ma secondari, quindi ci stava bene il film del ’69.

 

2 pensieri su “Simone, non Simon Signoret

  1. Ho visto anch'io poco di lei, però ho avuto la fortuna di vedermi L’armata degli eroi abbastanza di recente, grazie ad un restauro della pellicola. Bel film, molto lontano dagli stereotipi dei film sulla resistenza.

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