Boogey, da quando ti conosco?

Non ricordo assolutamente se tutto è partito da qui:

O da qui. Ci sarebbe anche il miglior finale di un film, per Harry di Ti presento Sally, ma io una volta, tanto tempo fa, ho preferito ingollare whisky come Boogey, e le conseguenze sono state drammatiche, mentre, molto tempo prima, ho trovato una che somigliava a Ingrid Bergman: me la sono lasciata sfuggire….Ma Bogart non l’avrebbe permesso, ed io cercavo di seguire lui come modello, specie per la frase

Non bisogna mai contraddire una donna. Basta aspettare: lo farà da sola!

Era un mito che cozzava contro la sua immagine di Provaci ancora, Sam, ma che non conoscevo a fondo. Negli ultimi anni ho cercato di registrare tutti i film trasmessi con lui protagonista, ma evidentemente mi è andata meglio del previsto. Ho avuto la fortuna di vedere anche Il colosso d’argilla, ultimo suo film, e questo mi potrebbe bastare, se non fosse che mi mancano Il grande sonno o La regina d’Africa, film che spero di guardare il prima possibile, ma che la linea del blog non permette. Mi rifarò quando mi dedicherò ai grandi registi che l’hanno diretto.

La maratona è iniziata con La foresta pietrificata, con lui nell’ennesima parte del gangster, mai abbastanza inflazionato per fortuna. Non è però ancora quello che tratta a suo modo le donne, e Bette Davis lo copriva, per non parlare di Leslie Howard, suo grande amico, che qui gli ruba la scena con un personaggio scritto benissimo.

Strada maestra è uno di quei film che tanti direbbero andrebbe visto in lingua originale. Dimenticabile quindi, specie per quel “San Francisco” pronunciato come scritto, non “San Fransisco”. Tempi bui quelli del doppiaggio in epoca fascista…Per altro non sembra avere un ruolo importante, ma posso essere anche smentito.

La fuga è invece originalissimo. Si parte con una soggettiva della cinepresa che non fa vedere il protagonista se non in foto. Un cambio di connotati, giustificato dalla trama noir/thriller, aggiunge un’altra parte di film in cui il personaggio principale è coperto dalle bende, ma si intravedono gli occhi e un pò del modus operandi di Humphrey. Quindi per due terzi non si giustifica nemmeno la presenza dell’attore, poi ci si ricorda della sua presenza e di quella di Lauren Bacall. Spero non abbiano mai pensato ad un remake.

Il tesoro dell’Africa invece ho l’ardire di pensare che poteva essere diretto da Fellini. Cosa??!?!? Si, perché la trama è talmente abbozzata, i personaggi sono descritti così fantasiosamente, la location è italiana e quasi non ci si arriva, in Africa. Bogart inizia ad essere diverso dal gangster, inizia a trattare bene le donne. E per confermare questa affermazione basta La contessa scalza. 5 stelle da quelli di Filmtv mi sembravano parecchie, ma tutto è giustificato, e capisco l’adorazione di tutti per Ava Gardner. Non bestemmio se lo pongo un gradino appena sotto Viale del tramonto, e le frasi che dice a circa 22 minuti del film sono da inserire nella testata del blog. Boogey ha comunque un personaggio positivo, e lo vedo finalmente sorridere.

Si cade invece per Non siamo angeli, un fantasy per Natale. Qui sembra quasi ridere, quasi sembra fuori luogo, fuori posto. Non serve ricordarlo in futuro.

Un attimo, e L’ammutinamento del Caine??? Non è il protagonista, ha un ruolo secondario ma importante, visto che era un novello Bligh del Bounty, peraltro citato nel film, ma con un aggiornamento alle moderne teorie psichiatriche, e tenete a mente queste parole fino alla fine. Siamo nella 2a guerra mondiale, ma la storia è di fantasia, ed un comandante definibile insano di mente prima cerca di raddrizzare la ciurma, poi inizia a combinarne di brutte, si impegola su questioni più che secondarie e non sa che con un mare in tempesta…viene defenestrato, ma tutto sembra finire con un ammutinamento. Boogey qui è come non l’avete mai visto, al comando ma evidentemente perdente, un gangster dei mari senza pistola. Il film, nel suo complesso, non è da buttare, anzi, scopro sempre di più come si possano apprezzare i film di tanto tempo fa, quasi mai citati, ma dei must che fanno parte del percorso di un appassionato.

Infine Il colosso d’argilla, ultimo suo film. Cerca di far soldi con la boxe, nelle public relation per un mostro di almeno due metri che non sa fare a pugni sul ring, ma basta la pubblicità, e con le combine degli incontri arriva quasi alla morte. Anche qui Bogart non è al centro delle vicende, ma avrà il suo ruolo nel finale, quando i duri sanno anche essere buoni.

Humphrey Bogart non è quindi solo quello con l’impermeabile, ci sono tanti facts e tante cose che di lui non sapevo su Wikipedia. Sapevo che era un dongiovanni, ma che dicesse sempre la verità e che si fosse opposto alla Commissione contro le attività antiamericane sono cose che ne fanno una persona completa.

Gli altri film con lui, da vedere in futuro:

  • Il grande sonno
  • Sabrina
  • La regina d’Africa
  • Acque del sud
  • Il mistero del falco

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