Homeland – Commento alle prime 3 puntate

Ovvero quando ci si dà da fare per una serie. Non dico che può essere la migliore vista finora, ma gli sforzi ci sono, non solo produttivi però, anche di script: coinvolgere due istituzioni come la CIA e il reduce salvato dopo che si credeva disperso, con tutta l’attualità della lotta al terrorismo in patria, è piuttosto insolito. Si va quindi a cercare sotto il tappeto pieno di polvere, e non credo che in futuro, col prosieguo della serie, ci sia da essere contenti. Io so, immagino il finale, perché è sempre una serie che in italiano fa più o meno “patria”, e il nostro Damien Lewis, che seguo da tempi non sospetti, potrebbe ammazzare il terrorista. Mi aspetto questo colpo di scena, perché in America non ci si immagina un finale altamente drammatico, che faccia ripercorrere in due secondi netti tutto ciò che è accaduto dal 11/9/2001; c’è bisogno di ripensare tutto, di concepire un’altro mondo, di ottimismo, e non posso credere in un attentato. D’altronde l’attore protagonista è quello di Life, una serie che ha nella reclusione, dopo la quale ne esce buddista, o perlomeno con un ottimismo non sospetto, un elemento in comune. Non firmerebbe mai per una serie tragica, non ne avrebbe il coraggio.

Naturalmente qui ci si ferma alla terza puntata, e su Sky si è alla sesta o settima in onda…La curiosità però è tanta, quindi non escludo di recuperarla tutta e godermela live, quindi senza archiviarla. Molto strano da parte mia…

2 pensieri su “Homeland – Commento alle prime 3 puntate

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