The wire – Commento ai primi 3 episodi

Perché questa serie non ha avuto la fortuna che si meritava? Perché solo ora, Rai 4 (e chissennò), la trasmette, integralmente, nel primo pomeriggio? The wire ha almeno 10 anni, e nel frattempo ne ha parlato Dispenser di Radio 2, in una delle ultime stagioni: ogni stagione un argomento diverso, e mi pare che Barack Obama ne sia appassionato. E’ uno dei prodotti di HBO, ma è coinvolta pure la Warner Bros, quindi perché niente digitale a pagamento, niente Premium Crime? Misteri…Quello di Rai 4 pare un atto dovuto.

Non seguo abbastanza le serie poliziesche o legali, devo ammetterlo: ho perso il treno di CSI e di NCIS, ad esempio, ma forse è una cosa giusta. E Law and Order? Mai considerata. Criminal minds? Troppe stagioni. Ogni tanto cerco di premiarmi con qualche pilot, ma l’interesse è sempre bassissimo. Quindi le mie opinioni su The wire dovrebbero essere inficiate, con troppi preconcetti, eppure…I primi minuti ti disorientano quindi, una piccola vendetta di tutti i gradi e reparti elencabili della polizia, con qualche figura del tribunale. Andiamo bene pensavo. Piano piano, per dovere di post (3 episodi, come nel titolo), tutto si è dipanato, ed ho visto cose che possono pure migliorare. Non è affatto banale, non c’è una scena di azione, i dialoghi o le considerazioni che fanno i personaggi ti portano a riflettere, e vengono fuori pure dai cattivi della situazione, gli spacciatori. Il tema della prima stagione pare si sviluppi piano, con tutto il dovuto però, e non mancano omicidi, retate, vendita di droga, e tutto ciò che abbiamo già visto. Un sunto sull’argomento che vede protagonisti sia da una parte, sia nell’altra. I buoni sono una task-force con personaggi più o meno positivi, e mi attendo qualcosa anche da loro, senza parlare dei casini che combina McNulty, la pecora nera della polizia, forse troppo incompreso, forse troppo sfigato; c’è poi quell’agente silenzioso, che agisce con la testa, che credo ci possa sorprendere. Gli attori sono tutte facce nuove per me (tranne Lance Reddick, in Lost e Fringe. Solo un caratterista?), ma mi aspetto delle ospitate di gente che poi sarebbe divenuta famosa. Ora non vorrei appassionarmi troppo, rovinare i miei cicli di visione per continuare a vederla. La curiosità è tanta, specie per la stagione in cui affrontano i media.

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