The corporation

Ho bevuto Fanta per anni, ma mai mi sarei aspettato che la Coca Cola, l’azienda, la producesse in Germania perché lì era vietata. Quali i motivi? Non voglio approfondire, del resto c’è la pagina di Wikipedia a conferma della scena in cui si parla della bevanda. E’ stato solo questo il momento più interessante del film? Non credo, ma sapete, per la percezione, nella memoria rimane ben poco. E’ un film da rivedere, non tanto per ritrovare il filo di Arianna, ma per cogliere tutto, per accorgersi di tutto. Ti rovesciano addosso un sacco e mezzo di informazioni che riguardano principalmente gli USA, ma ce n’è pure per noi, visto che le corporation sono le multinazionali. Già l’incipit è ubriacante, ci sono tutti i marchi delle più famose, ma si passa dalle moquette ecosostenibili ai lavoratori sfruttati dei paesi in via di sviluppo, dalla nascita legale di questo tipo di società a Mussolini, con una bella fermata al servizio non trasmesso su Fox USA sul dopante per le mucche. Troppa roba, magari prendo in mano No logo, anche se è solo una parte della fetta della torta.

4 pensieri su “The corporation

  1. Concordo con il "troppa roba". Il risultato è che l'ho visto un anno fa, ma se devo dire cosa me ne ricordo, posso andare solo sul vago e dire che le grandi aziende non sono una buona idea. Secondo me è un limite del genere, misto tra documentario e intrattenimento, che finisce per non intrattenere poi molto e dare informazioni che non restano in mente. A mio gusto sono meglio film come Thank you for smoking, The Informant! o Margin call, focalizzati su un singolo caso.
    No logo non mi è piaciuto, ma credo che sia comunque una lettura interessante.

    • Non è tanto intrattenimento, non è nemmeno un topolino rispetto alla montagna. Piuttosto mi aspetterei che certe cose le studi almeno mio nipote alle medie.

      • Direi il contrario è una montagna (di informazioni) rispetto al topolino che resta in memoria.

        Dico che ha una componente di intrattenimento nel senso che non ha il formato del documentario nel senso classico del termine, ma ha quel taglio spettacolarizzato alla Moore che è pensato proprio per sfruttare i meccanismi di fruizione della fiction. Infatti è su IMDB, mentre ad esempio The Berlusconi show, documentario BBC "classico" sul nostro ex primo ministro non lo si trova (o almeno, io non riesco a trovarlo).
        Secondo me, quel formato ha il vantaggio di raggiungere una platea più ampia, ma lo paga diluendo il contenuto, nel senso che, almeno nel mio caso, mi resta in mente ben poco di quello che vedo.

        • Moore non ha vinto solo premi, è stato un precursore di certe cose, di certi approcci. Non sono nemmeno arrivato alla fine, visto che il Myskyhd mi ha tagliato dei minuti (anche se gli intervistati avevano una faccia ottimista, quindi le buone novelle sono solo verso la fine). Sono più di due ore di contenuti, ed alla fine ti rimane quella della Fanta. Se avessero fatto degli esempi, se non si fossero soffermati al profilo psichiatrico delle corporation (con i cartelli nemmeno tradotti in italiano), o al servizio giornalistico su Fox, senza quei riferimenti alle normative americane, ne sarebbe uscito qualcosa di più immediato. O di educativo.

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