Man on wire – Un uomo tra le Torri

Philippe Petit, un nome un destino: è piccolo quell’uomo che se ne stà sul filo tra le Torri Gemelle, non lo si riesce a scorgere, coperto forse dalla nebbia, a 450 metri d’altezza. Eppure tutti si fermano, ed ammirano quello spettacolo. Chi si è ricordato di lui, senza andare sulla storia recente, ha fatto uno dei documentari più belli che abbia mai visto. Emozionante, ma forse devo iniziare ad approfondire Michael Nyman, che ha concepito una colonna sonora che dà un piedistallo alle cronache della conquista del World Trade Center, dal furgone che ne prende l’ingresso alla scalata al centesimo e più piano, con poliziotti che incredibilmente controllavano l’ultimo piano dell’edificio. Sfigato pure, Petit, perché trovarseli là, dopo qualche centinaio di denunce e gli arresti all’estero, è quasi improbabile, ma lui ha anche quella specie di fortuna che accompagna coloro che sono legati ad imprese del genere.

Ma voi l’avete mai visto un funambolo? Funambolo: una parola che non so quasi nemmeno scrivere, un’arte che si è persa, e poi non c’è più nessuno che guarda in cielo…

2 pensieri su “Man on wire – Un uomo tra le Torri

  1. Michael Nyman ha scritto musiche per Greenaway, la sua tecnica allora (anni 80-90) era di prendere brani di grandi autori e "campionarla" ma per orchestra, non con registrazioni. Prendendo sequenze da Mozart, o da Purcell, e da altri autori, ha fatto musiche molto piacevoli. C'è chi ha obiettato: sì, ma è Mozart, è Purcell… troppo facile! (non conosco le musiche per questo film, però).
    In particolare, una delle cose più famose di Nyman per Greenaway è una citazione letterale dalla "scena del gelo" nel king Arthur di Henry Purcell (fine '600, inglese).
    Henry Purcell è anche il vero autore della musica che apre Arancia Meccanica, detto en passant
    :-)

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