Tideland – Il mondo capovolto

Jeff Bridges e Terry Gilliam, un’accoppiata vincente e pericolosa, specie se il primo ogni tanto rifà e amplia il discorso su Lebowski. Qui c’ha la fissa dei vichinghi, ma, ancora peggio, si fa fare le pere di eroina dalla figlia, che avrà più o meno 10 anni. La scena è tra lo sconvolgente e il divertente, non sai se ridere o preoccuparti, viste quelle successive; la vedi giocare con una siringa senza ago, poi lo vedi, e pure Jeff che si prepara col laccio emostatico…Diciamo che volevano scandalizzare, ma poi, dopo la morte della madre della protagonista, e una cerimonia piuttosto insolita, fuggono, e vanno verso la casa della nonna. Arrivato lì, il padre degenerato si prepara per “andare in vacanza” sulla poltrona e ci rimane secco. Lei era già affezionata ad Alice nel paese delle meraviglie, ed inizia un viaggio solitario nella vita, in cui la morte non è una possibilità mai contemplata da nessuno, tra teste di bambole parlanti, scoiattoli incomprensibili, streghe con la paura per le api, ragazzi ancora bambini da amare e due case in cui si potevano tranquillamente ambientare due horror, tante sono le suggestioni alla Psyco. Non so come la bimba protagonista abbia sopportato Terry Gilliam, che oltre ad avere idee strane usa la cinepresa in modo sghembo e le scenografie più complicate ed attente di tutto il cinema. Un film che non ha avuto assolutamente successo, che si inserisce tra Paura e delirio a Las Vegas e I fratelli Grimm e l’incantevole strega.

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