Hai paura del buio

Massimo Coppola è di quelli che non ho mai ritenuto dover affrontare, tanto è sperimentale, e non per forza interessante. Credevo Coppola si fosse dato al film di genere, ma evidentemente mi confondevo con Io non ho paura di Salvatores, e non è detto che l’ultima parola porti sempre ad un horror. Non oso guardare MTV, al massimo per Scrubs, ma ormai il canale sembra un crogiolo per adolescenti o poco più. Ogni tanto si mette a produrre qualcosa, tipo Ginnaste, o un titolo così. Ogni tanto manda qualcosa di prettamente italiano, ed ecco che giunge Coppola, con tutta la sua drammaticità dei vent’anni. Palloso? Forse, ma il film ha qualcosa di positivo. Ti fa capire che il rumeno è una lingua latina affascinante, ma è qualcosa di più, perché le due interpreti sono brave, e quei primi piani, portati avanti fino alla fine, non fanno che ridurre la distanza con loro. I primi minuti sono lunghissimi, se non fosse per la bellezza dell’attrice rumena non riusciresti a tirare avanti. Poi conosce Anna, l’operaia di Melfi, e lei non sorride mai, tira avanti la famiglia ma sembra durissima con tutti. Due attrici e una situazione che ogni tanto immagini quando senti parlare quella stranissima lingua. Una madre che abbandona la figlia ai soldi, un confronto impossibile e bellissimo con la figlia che ha tutte le ragioni del mondo… Vedi che trovo qualcosa di positivo anche in Coppola? Ora basta che non si fermi…

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