Il postino suona sempre due volte (1947)

Parte come fosse l’ispirazione di Jack Kerouac, prosegue con dei lazzi per tutti noi che lo guardiamo, continua senza l’erotismo del remake e diventa un crime con i tentativi di assassinio del marito di lei, già vecchio e troppo simpatico per un noir. A metà c’è uno dei processi più strani, più incomprensibili del cinema americano, ma poi, fuori dal tribunale, si capisce tutto. Lana Turner non è proprio una donna fatale, e la persecuzione di un genere collaterale, il melò, non aiuta tanto. Lo ammetto: il remake è molto più bello, c’è molto più erotismo, visti i tempi di riscrittura, ma Jack Nicholson ha la faccia giusta per fare anche il benzinaio spiantato.

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