Nell’ultima mezz’ora mi è successo qualcosa di strano. Ho iniziato a vedere Crocevia della morte, un film dei Coen, e l’incipit mi piaceva, riprendeva quello de Il padrino, ma si introducevano troppi personaggi, troppe situazioni; c’erano cosette che mi piacevano, come la Marcia Gay Harden, o i dialoghi, ma tutto sembrava campato per aria, con solo due o tre personaggi principali. Non dico che non voglio vederlo…
Rischiose abitudini volevo invece rivederlo al più presto, diciamo che aspettavo questo titolo da settimane, ma mi sono accorto che nei credits iniziali c’è Annette Bening, una delle grandi attrici alle quali dedicare più spazio in futuro, quindi rinvio.
Vado su Drugstore cowboy, ma nel dvd, al posto suo, c’è Crocevia della morte, un duplicato. Il fato mi tenterebbe, dovrei dedicare un ciclo ai fratelli.
Il prossimo film da vedere? Fargo…
AGGIORNAMENTO.
Fargo dovrebbe durare 98 minuti, eppure nell’hard disk segna 76 minuti: la presa scart non era collegata bene al decoder, e il film passa da una scena all’altra con estrema facilità. Salto anche questo, e vado su Filmtv.it per impostare un avviso sui Coen.
C'è "Il grande Leboswki" tra le tue registrazioni?
Niente registazione, solo il dvd originale.
Dei Coen il mio preferito resta "Fratello dove sei?". Mi piace molto la musica e la ricostruzione storica.
E’ un esperimento che non ho mai capito. Mi sorprendi sempre più, con questa svolta cinofila.
A me i Coen piacciono un sacco. Forse un po' ripetitivi nel loro messaggio di fondo, e ogni tanto ci scappa il titolo only for fans, ma mi pare di aver visto tutta o quasi la loro produzione.
Ai titoli citati aggiungo L'uomo che non c'era e Burn after reading, che metterei tra i non riuscitissimi, ma dal cast favoloso e molto divertente.
Ok, ci vuole un ciclo, aspetto che la programmazione tv me li proponga tutti. Burn after reading è per me tra quelli riusciti.
A mio gusto, i Coen eccellono nel combinare toni alti e bassi, commedia e tragedia, risata e riflessione. B.a.r. mi ha fatto rotolare dalle risate e penso che sia uno dei loro titoli che vale la pena di ricordare (e dunque l'ho citato), ma mi sembra più sbilanciato e mi soddisfa un po' meno di altri lavori.
Io propendo per qualche riflessione, ma soprattutto per le risate. Mi è capitato anche per A serious man.
A.s.m., sempre a mio gusto, è sbilanciato sulla cupezza. Me li potrei rivedere uno dietro l'altro così che si bilancino tra loro.
Ero l’unico che rideva al cinema, fa conto te…