Billy Wilder – Da Frutto proibito (1942) a Arianna (1957)

Orfano del Castoro, fuori stampa o praticamente introvabile su Amazon, irrecuperabile nelle vicine biblioteche, non posso che farmi aiutare da Wikipedia, IMDB e qualcos’altro, tipo la mia memoria per i podcast finora ascoltati. Devo ammetterlo, ringrazio la tv per aver trasmesso in poco meno di tre anni quasi tutta la filmografia. Certo, per buona parte di essa ho dovuto pagare, ma son lo stesso soddisfazioni.

Frutto proibito. Con Ginger Rogers e Ray Milland, quindi senza troppe star, è il debutto di Wilder come regista in America, e si vede. Una mezza commedia per famiglie, almeno di adesso, visto che all’epoca qualche piccolo scandaletto lo deve aver fatto: l’intrusione della protagonista in un’accademia militare all’epoca permetteva qualche preoccupazione. Si parte benissimo, con la scena dell’uovo, Ginger Rogers è quasi eccezionale, ma poi, quando si entra tra i cadetti ci si vergogna un pò per Wilder, si pensa a come iniziò a fare il regista.

I cinque segreti del deserto. Sottovalutato inizialmente dal sottoscritto, ma riesce a riscattarsi anche se le vicende e le riprese sono state effettuate in piena 2a Guerra mondiale, e gli eventi hanno un pò influenzato il film, visto che si dà una spiegazione immaginaria alla caduta di El Alamein. IMDB lo mette tra i thriller, ma ci vedo anche qualche elemento di commedia. Ah, vi ho già detto che pensavo di aver trovato il fil rouge di Wilder, l’inganno, che si trova in quasi tutti i suoi film?? Un soldato inglese viene salvato in pieno deserto da un albergatore, e l’arrivo di Rommel in persona (Erich Von Stroheim, impegnatissimo per il ruolo), con i nazisti del caso, lo motiva un bel pò a trasformarsi in spia tedesca. Direi più una spy story quindi, ed inizia la carriera di Wilder, o perlomeno inizierei a considerarlo. Cameron Crowe dice che così si è ispirato Indiana Jones, mentre per i ruoli principali si sono presi in considerazione Cary Grant e Ingrid Bergman.

La fiamma del peccato la vedrò tra qualche tempo, per la Top 100.

Giorni perduti. Primo film drammatico di Wilder, secondo con Ray Milland (anche se ci doveva essere, pure qui, Cary Grant), e lo farei vedere a tanti che si buttano nell’alcool. Si segue passo per passo, inesorabilmente, uno scrittore legato alla bottiglia per i bar, i locali, la casa, dove è nascosto il whisky, ed i suoi rapporti con le persone a lui più vicine, anche se sanno delle sue condizioni, anche se tentano di aiutarlo. Pure il barista ci fa una bella figura, ma direi che fino all’ultimo non puoi non pensare all’attualità del messaggio, all’impossibile, seppur ottimo invecchiamento, e devi per forza compatire il protagonista. Qui l’inganno è il solito dell’alcolizzato, o di qualsiasi dipendente da qualcosa. (208° in Top 2500, Miglior film agli Oscar e Grand Prix a Cannes; Oscar al protagonista)

Scandalo internazionale. Ma alla Dietrich davano solo ruoli del genere??? Tedesca si, ma pure nei film??? C’ho un’amica che le somiglia, me ne sono accorto mentre la vedevo, ma la Arthur sembrava ancora più interessante:

“I have one dame who’s afraid to look at herself in a mirror and another who won’t stop looking!” (Billy Wilder)

Girato in Germania nel ’48, o perlomeno ambientato lì, un periodo piuttosto oscuro finora, e per giunta è una commedia. Wilder la vedeva lunga, se pensava già ai bacchettoni, e continuava o iniziava la sua battaglia contro quelli che con poco cambiavano le loro idee. C’è rivoluzione anche lì, fatta con risate non plateali ma liberatorie. Ancora più interessante è la situazione, roba che avrà fatto pensare pure all’esercito americano. L’inganno è quello montato dal graduato e continuato anche dall’amante. (Il punteggio lo fà arrivare in 1816a posizione)

Il valzer dell’imperatore. No, qui mi smentisco, o la teoria dell’inganno viene meno. Bing Crosby era tutto, sfacciatamente americano, almeno nel ruolo, ma non c’è inganno, tutto è alla luce del sole. Penso che veramente, nel ’48, Wilder sia tornato nella terra d’origine, perché quelle che ho visto erano senz’altro le Alpi….No, IMDB smentisce anche questo: gli yodel erano intonati in Canada, ed il regista c’ha pure piantato dei pini “migliori” per le riprese. Questo film deve aver fatto un favore al Tirolo, perché pure io vorrei essere là in questo momento. (Nessun posizionamento in Top 2500).

Viale del tramonto, altro film da Top 100, si inserisce qui, prima de…

L’asso nella manica. E’ la stampa bellezza, e Kirk Douglas peggiora le cose: è uno di quelli che sopporto poco…Il genere è quello drammatico, e con Prima pagina (visto poche ore fa: stupendo!!!!) compone un dittico direi esemplare sulla stampa secondo Wilder. E’ tutto moralmente insopportabile, niente che migliori le cose, col solito tono da commedia. Ci sono altri esempi del caso, ce ne sono a bizzeffe, a partire da Quarto potere, ma pochi svolti così, senza troppe remore, negli anni ’50.L’inganno è tutto a carico del giornalista, che per fare un buon pezzo, non penso di anticipare nulla, fa morire lo sfortunato nella grotta. Insuccesso al botteghino, ma 208° in Top 2500.

Stalag 17. L’inferno dei vivi. Ecco, doveva essere un film mitico, ma una visione ad età matura, rispetto alla prima di molti anni fa, combina amore per il cinema e la comprensione per il secondo titolo. Ci sarà pure commedia, ci sono quei due pagliacci del pennello nello stalag delle donne russe, ma a me questa volta hanno colpito più le botte a Holden, il sabotatore senza sonno e la spia…No, questa volta non spoilero, ve lo dovete vedere. L’inganno faceva sopravvivere….Gli eroi di Hogan si è ispirato a Stalag 17 (?), Charlton Heston e Kirk Douglas dovevano essere Sefton, mentre Wilder aveva in testa madre e nonno, morti nei campi di concentramento tedeschi, mentre faceva il film. Otto Preminger è il regista, qui carceriere tedesco. (1053°).

Sabrina. Lo so, se fossi un blogger più attento alle date, avrei celebrato Audrey Hepburn, ma ormai sono preso, ho preso una strada senza scorciatoie. Lei aveva già fatto alcuni film, e l’anno prima era in Vacanze romane, ma qui pare abbia raggiunto lo status di star. Aiutata da Wilder, ok, da William Holden (si parla di amicizia con il regista e di amore per Audrey), ma anche da Humprey Bogart (al posto di chi, secondo voi? Non sopportato dagli altri due, e la cosa era reciproca per Holden), l’ingannatore del caso. Parigi inizia ad essere adorata, Audrey ci passa metà della sua filmografia, e pure il secondo film con Wilder era ambientato lì. Non è che ami le commedie sentimentali degli anni ’50, e per tutto il tempo sono andato in cerca dei piedi della Hepburn…enormi!!!! (665°)

Quando la moglie è in vacanza. Un film pop, o almeno lo è l’icona di Marilyn sulla metropolitana: è stato un casino riprenderla, con Joe Di Maggio nel set, le altre migliaia di spettatori…la scena poi è stata rifatta, ed i macchinisti sotto si bastonavano tra loro. La Monroe si stava per affrancare dal campione di baseball, ma anche dall’immagine di bionda oca….Voglio il Castoro, o almeno Conversazioni con Billy Wilder di Cameron Crowe!!!! Non posso non sapere cosa ha combinato Wilder nel frattempo, se questo film è stato proprio suo (doveva dirigerla Cukor). Non è esattamente una commedia al vetriolo, se non si considera l’uomo sposato estivo (Matthau vi pareva più nel ruolo, vero?), anzi, a livello personale non pare nemmeno un film del regista, tanta è la fama, tanto è popolare. C’è sempre da rifarsi gli occhi per la diva, ma ho visto, negli ultimi giorni, molto di meglio. L’inganno è selfmade, a carico e spese del protagonista. (427°).

Arianna. Chissà se Parigi ha celebrato la Hepburn…Mi sa comunque che tutto sia ambientato lì, ma Hollywood aveva molto più denaro, e poteva ricreare facilmente la capitale francese. Amore nel pomeriggio, come altrimenti è titolato, è un’altra commedia sentimentale, ma molto più elaborata di Sabrina. La Hepburn non è solo un’innamorata, almeno non svela i suoi sentimenti fino al finale, ma è anche figlia di un investigatore privato. Trova un riccone dongiovanni, anzi, all’inizio ne sventa la morte, ma poi inizia l’inganno, e conoscendone i segreti si fa passare per la sua corrispondente femminile. Il gioco finisce quando Gary Cooper ingaggia suo padre…Potevano esserci Cary Grant o Yul Brinner al suo posto. (686°).

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3 pensieri su “Billy Wilder – Da Frutto proibito (1942) a Arianna (1957)

  1. Io ho una vecchia copia del Castoro su Wilder
    autore ALESSANDRO CAPPABIANCA (è la vecchia ediz del 1976 e infatti si ferma a PRIMA PAGINA)
    se passi da Bologna te la regalo
    ormai la so a memoria

    • Non farmi venire giù che son abbastanza incavolato: vedresti i colli di Bologna appiattirsi da quanto mi girano a elica…Spero lo ristampino, perché scoprire che dei bibliotecari non sanno dove l’hanno messo è ancora più frustrante di non trovarlo su Amazon. Fortunati quelli che li hanno fatti sù con L’unità…

  2. Cary Grant rifiutò di girare "Arianna" perché la differenza d'età tra lui e la Hepburn a parer suo era troppa e quindi non voleva girare una storia d'amore tra una ragazza e un signore molto più grande (nel 1957 Audrey Hepburn aveva 28 anni, invece Cary Grant 53). Nel 1963 però i due hanno girato insieme Sciarada.

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