Clint Eastwood – Da Lo straniero senza nome (1973) a Fuga da Alcatraz (1979)

Escluso Joe Kidd, anche se la fatica è tanta, salvata solo a tratti, specie dopo il primo film.

Lo straniero senza nome (ho deciso di non turbarvi con la Top 2500, e le relative posizioni sono inserite alla fine del post, prima del sondaggio sul miglior film del post). Dopo la Trilogia del dollaro ed altri western sacrificabili, ecco finalmente una storia originale in mano a Eastwood, regista per la seconda volta. E’ anche il film che conserverò della tornata, perché il solito solitario con pistola nel villaggio merita senz’altro attenzione. Si parla di metafisica, di inferno e di non morte, di fantasmi e di surrealismo. Come dipingere altrimenti il tutto di rosso? E gli abitanti, come vengono sconvolti dal solito, ennesimo salvatore? Ma poi, chi è costui? Il finale dovrebbe rispondere, un morto non è contento fino a che non si scrive il suo nome sulla lapide, e ci pensa il sindaco, nominato all’occasione dallo straniero, un nano odiato da tutti, l’unico a capire l’antefatto (solo pochi nel mondo hanno avuto questo spiegone). C’è Leone, si vede, il cui nome torna nel modo più improvvido, pure Siegel, e Eastwood li saluta e li omaggia azzeccando la sua migliore regia degli anni ’70. Dopo questo film ha scritto a John Wayne, ma Lo straniero gli aveva fatto una brutta impressione.

Breezy. Se non fosse per la ragazza ci sarebbe un bel pò dell’imbarazzo che ho provato in queste giornate. Che ci fa William Holden, personalmente creduto solo omonimo del famoso attore? Come combinare due personaggi così lontani, una hippie e un agente immobiliare piuttosto maturo? Lascio perdere, ed inizio a faticare a seguire la filmografia dello stesso di Million dollar baby o di Flags of our fathers. Per fortuna non recita, dirige e basta.

Una calibro 20 per lo specialista. Ecco, se non fosse per Cimino e Jeff Bridges, l’avrei considerato in modo molto diverso. Per fortuna, inoltre, non fa parte del ciclo Callaghan, come pensavo, quindi mi immergo, dopo i primi stranianti minuti, con Eastwood che fa il pastore, in un film di maturazione e rapine, di lavori occasionali e battute o sketch ben scritti. Bellissima poi la rapina, ma c’è già un mezzo perdente. A questo punto mi domando: ma veramente l’ha pure diretto Michael Cimino? Un regista deve pur crescere, fare esperienza, come Eastwood. Meglio Il cacciatore, o I cancelli del cielo, ma se si va in cerca degli esordi, o un pò più in là, tipo il precedente film del post…

Il texano dagli occhi di ghiaccio. Mi dicono che è un western ispirato ai classici, ma in alcuni punti c’è del progresso, c’è dell’Eastwood come l’ho conosciuto. Come vedere altrimenti la presentazione e il coinvolgimento del capo indiano civilizzato? Di contro, l’esodo del prefinale, e la tregua con gli altri indiani, più bellicosi si dovrebbero ispirare ai classici. Il film inizia con lo sterminio della sua famiglia e prosegue con un esatto inserimento storico del personaggio principale (a quanto ho letto), un Clint che cerca di affrancarsi dal genere spaghetti, e dai suoi derivati: fa un pò impressione il finale, devo ammetterlo… Ho divagato, ho usato lo smartphone diverse volte per aggiornare le app, quindi mi rendo conto che John Ford, Mann e alcuni altri sono per fortuna lontani nelle visioni. Mi preparo così…Curioso, secondo la biografia, il motivo con cui è arrivato alla regia, ed è un’attrice secondaria che Clint inizia a conoscere, Sondra Locke…

Assassinio sull’Eiger. Altro prodotto imbarazzante della Malpaso. Ormai è un leit-motiv, quel A Malpaso Production…Clint Eastwood, ma qui si vede che non aveva tanta voglia di fare il regista, piuttosto il documentarista. Ho scoperto che una delle passioni di Clint poteva essere la roccia, ma come inserirla in un film di spionaggio è cosa piuttosto incomprensibile. C’è pure un romanzo dietro, ma stai volentieri a guardare il finale, non il perché ci sia qualche talpa anche in cordata, o chi sia l’ultimo uomo da sanzionare, cosa telefonatissima, ma per le riprese, ad alta quota, ma soprattutto in soggettiva e con arditezze che trovate poche volte. Clint inoltre non ha usato stuntman. Stiamo raggiungengo il fondo, non vi preoccupate. Un amico mi ha fatto gli auguri, quando gli ho detto del lunghissimo ciclo al quale mi sarei dedicato, ma dopo il fondo o si inizia a scavare o si cerca di salire.

Cielo di piombo, Ispettore Callaghan. Ricordavo un’enorme fatica nel proseguire il ciclo, qualche tempo prima di aprire il blog, ma questo si solleva un pò, c’è un pò di impegno se non altro. Lasciata perdere la co-protagonista, evoluzione del controbattere di Eastwood alle accuse di fascismo del protagonista, si nota l’evoluzione dei nemici del personaggio: prima un serial killer, poi dei vigilantes poliziotti, infine dei terroristi. Inoltre c’è il coinvolgimento di un attore nero, complice in parte delle indagini, e il sindaco, rapito dai cattivi, non è proprio trattato benissimo. Cerca di smarcarsi, e il tentativo gli va quasi a buon fine.

L’uomo nel mirino. Un incipit folgorante, dopo l’entrata in scena della co-protagonista, ed un finale incomprensibile, improbabile e surreale, se non ricordate qualcosa di John Landis e di Steven Spielberg. Un road movie con la mafia alle calcagna, ancora più impossibile per l’esattezza con cui arrivano dove deve arrivare il personaggio di Eastwood (il come e il chi sono telefonati). Ce l’ha comunque ancora su con gli hippie motociclisti. Ah, stavo per dimenticare: se Stallone vuole Clint per uno dei suoi film degli Expendables mi sa tanto che è proprio per cose del genere, oltre che per Callaghan. Secondo film con Sondra Locke, Peckinpah e Walter Hill erano interessati, mentre per i ruoli potevano esserci Steve McQueen, Kris Kristofferson e Ali McGraw .

Filo da torcere. Il più grande successo commerciale di Eastwood è anche il primo film, dopo mesi, che interrompo per vergogna, per malcelata insopportabilità. Pugni, orangotanghi, country, moto sono un mix micidiale. Il problema è che c’è pure un seguito, Fai come ti pare.

Fuga da Alcatraz. Nell’ultimo periodo in cui ho frequentato la videoteca mi son sempre chiesto perché ce ne fosse una copia tra gli scaffali: “Una videoteca non è tale senza una copia di Fuga da Alcatraz”. Don Siegel torna con Clint, e son caxxi. Un classico, un must del sottogenere, un film che ti sorprendi comunque a non sapere a memoria, anche se l’hai visto almeno una mezza dozzina di volte. Questa volta ho cercato di leggere la mente sopraffina di Frank Morris, stando dietro al suo Q.I. per le sue azioni.

Lo straniero senza nome (1629°), Il texano dagli occhi di ghiaccio (1108°), Fuga da Alcatraz (557°).

 

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2 pensieri su “Clint Eastwood – Da Lo straniero senza nome (1973) a Fuga da Alcatraz (1979)

  1. Vedo che Lo straniero senza nome è in testa! E anche io ho contribuito… mi fece veramente molta impressione quando lo vidi per la prima volta passato in tv, praticamente ero bambina o poco più, quindi da allora ho avuto occasione di rivederlo varie volte in tempi diversi.. è sempre un gran film.
    Non mi dispiaceva nemmeno 'L'uomo nel mirino', quella scena dell'autobus rinforzato (fra le altre) crivellato di proiettili da un tale spiegamento di poliziotti resta nell'immaginario… :)
    Fuga da Alcatraz ormai è cult, ma forse l'ho visto troppe volte…

    • Cara Dea, è in testa perchè ho raccolto, in quasi tre anni, tutta la filmografia del regista, e sono impegnato nel guardare i film in ordine assolutamente cronologico, tranne quando si dava troppo da fare, tipo 3 film all’anno come attore.

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