Il bacio dell’assassino

Si, proprio lui. Un ciclo dedicatogli a forza di filmoni presenti in Top 100 e con l’aiuto determinate del Castoro, firmato Enrico Ghezzi, e di due biografie trovate in biblioteca, che mi hanno fatto pensare a qualche giornata dedicata a quel genio di…Quasi quasi non parlo del regista, sono tentato di citarlo per tutto il post, ma senza farne il nome, fino alla fine. Infondo lui avrebbe pure approvato, visto che non lo riteneva paragonabile al resto della  sua filmografia (2178° in Top 2500)…Un gioco quindi, non per i cinefili penso, ma per coloro che non lo conoscono appieno.

E’ un film del 1955, un Noir per Film.tv.it, un Crime per IMDB (con Drama/Noir/Thriller come sottocategorie). Il titolo originale è Killer’s kiss, ma il titolo della storia da cui è tratto è Kiss me, Kill me (girava per New York anche come The nymph and the maniac). Comunque il regista si è ispirato a Mickey Spillane, che “sapeva tutto quello che c’è da sapere su come toccare il pubblico”. Altra fonte di ispirazione parziale, per le scene di boxe, è Day of the fight. La sceneggiatura, frutto all’inizio di un insieme di scene solo pensate, non è accreditata a chi l’ha scritta.

Ciò che facevamo costava talmente poco che non ci sentivamo sotto pressione: un vantaggio questo che non avrei più avuto.

A parte queste parole, il regista si fece ammirare da troupe e attori per zelo e rifiuto del compromesso, ma poi divenne famoso per perfezionismo e pure per l’ipnosi, tutto frutto, si ipotizza, della sua passione per gli scacchi, con cui imparò anche a fare giochi mentali, cosa che motiverebbe alcuni suoi capricci. Fosse solo questo, l’avremmo amato comunque, ma John Baxter, uno dei biografi, pensa che si eccitasse con l’immagine di donne inermi e minacciate, scene che si ripetono in altri film: tutto ciò che gli interessava era il sesso e il sadismo? Metto il punto di domanda perché non può essere così, magari è solo l’opinione di chi ha scritto una delle biografie. A conferma, comunque, nell’altra biografia c’è scritto che l’atmosfera, nel set e fuori, non era ottima, e ci furono alcune difficoltà, per esempio quella alle luci, per la quale ha licenziato i relativi addetti. Invece l’operatore alla cinepresa fu molto utile per le dritte che gli diede, anche se non venne pagato. Durante il montaggio sonoro il vero protagonista del film, non gli attori quindi, riuscì pure ad apparire simpatico e spiritoso, nonostante fosse conosciuto per le caratteristiche contrarie. Inizia a diventare un personaggio mitico, qualcuno da studiare, ma il film non viene ben accolto da critica (forse solo i francesi se ne accorsero in tempo), e la distribuzione fu un problema. Del resto, avrebbe poi dichiarato:

Cosa può valere un film il cui soggetto è idiota e in cui gli attori sono scarsi?

Tutto da annullare, tutto da cancellare? Non direi. Lui era conosciuto come fotografo, e si vede nella scena dell’aggressione al procuratore sportivo, quando non si vedono per niente le facce degli attori. Piano piano sarebbe diventato montatore, con il lavoraccio che si sarebbe portato a casa con questo e il film precedente. Ghezzi diceva qualcosa sul genere del film, il Noir, ma per ben 3/4 del film (64 minuti) sembra solo una storia d’amore drammatica: non c’è arma, non c’è violazione di legge, non c’è nemmeno un piccolo inganno, se non si pensa al sorriso di lei nella scena della lite alla finestra.

Qui, qui e qui tutte le altre informazioni, ma la cosa importante è il nome del regista, persona alla quale dedicare la lettura di tre bei libri, ascoltare alcuni podcast e soprattutto vedersi l’intera filmografia: Stanley Kubrick…E spero non dobbiate andare a rileggervi questo post per capirne la genialità in crescendo.

 

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