Rapina a mano armata

Seconda o terza volta che lo vedo per il blog, un amorucolo iniziato più o meno all’epoca della partenza del blog. Pensavo a Tarantino, o mi ci avevano fatto pensare, e sono finito su Kubrick. Per apprezzarlo in pieno però non puoi vagare per la sua filmografia, non puoi pensare prima a 2001: Odissea nello spazio poi a, che ne so, Full metal jacket. Ci vuole impegno, ci vuole discernimento…

P.S. A parte Ghezzi, c’è la biografia di John Baxter e quella di Vincent LoBrutto, dai quali ho preso un bel pò di roba.

Rapina a mano armata, del 1957, è intitolato The killing in inglese, parte da un romanzo di Lionel White, Clean Break (lo script girava anche col titolo di “Day of violence” e in produzione “Bed of fear”). E’ un Thriller per Film.tv.it e un Crime per IMDB, anzi, uno di quelli fondamentali per capire il genere (168° in Top 2500), mentre per sottogenere si citano Noir e Thriller. In una delle biografie si parla pure di poliziesco a basso costo, ma Kubrick, per Enrico Ghezzi, non era interessato al genere, anche questa, ipotizzo, una gabbia, qualcosa da mettere al servizio del cinema come, devo averlo già scritto, un romanzo qualsiasi, allo stesso piano di luci, montaggio, cinepresa, attori. Sempre Ghezzi afferma che può essere un documentario realistico sui congegni dei giochi messi in scena. Gli scacchi, passione del regista, c’entrano qualcosa? Si, e anche G. scrive di pedine e regolamenti. Oltre a questo, nel Castoro si parla dell’ironia e del tempo per Kubrick… magari vi spiego il secondo qui sotto. Tornando al genere, il noir classico, a differenza di esso qui si potrebbe addirittura tifare per i criminali, più vicini a noi di quanto si possa pensare, visto che sono dei dilettanti e spinti da motivazioni almeno un pò credibili. Inoltre The killing, “la strage” in italiano, è, sempre secondo quello di Fuori orario, qualcosa di secondario rispetto alla rapina, la cui preparazione e svolgimento occupano 3/4 del film….ma pensate che senza un Kubrick si possa scrivere così tanto solo su titolo e genere?

James B. Harris era un compagno d’armi di Alexander Singer, uno degli amici di scuola di Kubrick e coinvolto almeno inizialmente nei suoi progetti. Harris voleva portare avanti Singer, ma Kubrick si impose con i suoi lavori precedenti. Entrambi, dopo Il bacio dell’assassino, iniziano a ricevere proposte dagli studios, anche se il film ha aavuto più successo tra la critica che per il pubblico. K. rifiuta il cinema facile, mentre il produttore si accorge che, oltre al cinema “totale”, il regista vuole anche il successo di pubblico. Le differenze tra loro vengono meno, anzi, Harris, che voleva comprargli dei diritti letterari, diventa la parte creativa della coppia, mentre K. inizia ad interessarsi ai soldi. Il legame è fatto, non so però quanto prosegue, voglio scoprirlo piano piano…

Il soggetto venne fuori dal romanzo sopra citato, ma era già interesse della United Artists, che si intromise non poco da qui in poi, con Sinatra a far compagnia. A colpire Harris e K. furono i passaggi temporali del libro, ma soprattutto i collegamenti marcati con Giungla d’asfalto, che il regista ammirava. A sceneggiarlo fu chiamato Jim Thompson, uno scrittore abbastanza valente quasi in disgrazia, per giunta comunista negli anni ’50, che non aveva mai scritto un film. Thompson inoltre, alla visione, si arrabbiò per i credits (cosa che si ripetè anche successivamente per K.), ma ebbe l’incarico di scrivere Orizzonti di gloria.

Venne contattato Hayden, sospettato di essere comunista, quindi ai margini. Volle recitare, e la United si fece di nuovo sentire. L’attore si sorprese dei giornalieri e del carattere del regista, ma il suo agente, alla fine, non fu contento del film, cosa che poteva portare in tribunale K. e Harris. All’inizio della produzione i costi sembrava potessero affossare le loro carriere, pur avendo avuto una certa fortuna nel raccogliere i soldi necessari. Si può aggiungere a ciò il sindacato degli operatori, che impose Lucien Ballard come direttore della fotografia, che ebbe almeno la colpa delle riprese dell’ippodromo non proprio soddisfacenti.

A quel tempo infrangere le regole di Hollywood significava anche confrontarsi con il direttore della fotografia.

I tempi di ripresa furono quelli stabiliti, al contrario di quanto sarebbe successo successivamente per K.. Il montaggio iniziale era stato facile, ma la sua particolarità non venne apprezzata se non più tardi, almeno nel genere noir. Non fu una felice distribuzione, e pubblico ed incassi furono espliciti. La critica poi fece il nome di Orson Welles, in America, mentre quella europea era favorevolmente colpita, ma poi Rapina a mano armata venne lasciato alla United Artists, che riuscì a farci dei soldi.

G., fa notare che si conosce poco delle posizioni, dei fatti privati (separazione dalla seconda moglie a parte), ma si sa dei suoi miglioramenti tecnici di K., che comunque lavorò sulle luci, iniziò col dolly e ad usare la cd. “loupe”…E il tempo di Ghezzi? Ve lo dovete comprare, il Castoro!!!!

 

 

 

 

2 pensieri su “Rapina a mano armata

  1. Vedere e rivedere un Kubrick non può far che bene ;)

    In italiano tradurrei il titolo come "L'uccisione" (per le stragi si usano termini come slaughter, carnage, butchery, massacre) o meglio, citando incongruamente una commedia con Pino Caruso, "L'ammazzatina".

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