Ciò che resterà di Kubrick

Dopo una settimana di svago, più o meno consapevole, dopo un’immersione nei voti dati alla tv, torno a parlare di Kubrick. La volontà di distrarmi mi è venuta a causa delle biografie sul regista, e Ghezzi l’ho lasciato perdere: o gli occhi erano troppo stanchi, oppure non sono più abituato ai libri. Del resto la grandezza del Tipo si può riconoscere anche sapendone qualcosa in più sulla vita. Come atto pre-finale ho deciso di godermi il documentario Stanley Kubrick: a life in pictures, che ha ampliato le mie conoscenze, con i contributi di Spielberg, Allen e Scorsese; peccato che spesso non si sa chi stia parlando del Regista, a parte i soliti noti. Ci sarebbe anche un L’archivio segreto di Stanley Kubrick nel Myskyhd, ma ormai Lo conosco, ed ora mi faccio le mie opinioni. Dove eravamo rimasti? (di questi film scriverò un’altra volta, visto che molti sono in Top 100, ultimo traguardo del blog… poi smetto, giuro…).

Barry Lyndon. L’ultimo film lunghissimo di Kubrick qui è stato già recensito almeno una volta, e dalle bio ho scoperto altre cose: Schubert, le candele, i quadri, il 19° secolo, ma oltre ciò? Il Nostro aveva già ottenuto due cineprese speciali dalla Warner, di quelle inestimabili a quanto dicono nel documentario, e lui c’ha messo, dopo averle smontate, degli obiettivi della Zeiss che la Nasa avrebbe usato per i satelliti: la grandezza si vede dalle piccole cose, soprattutto se programmate. Lui però doveva fare i conti con gli irlandesi, l’Irlanda, l’IRA (erano i primi anni ’70), con gli inquilini delle case usate per i set e con la Warner, tenuta all’oscuro di tutto. Dopo l’interruzione della produzione di Napoleone (se l’è assunta Spielberg in questi giorni), era piuttosto combattivo, e il romanzo di Thakeray fu usato solo come filo conduttore, mentre lo script veniva modificato secondo le esigenze.

“Echi di un tema che appare in molti dei lavori più riusciti del regista, quello per cui tutti i piani meglio congegnati spesso falliscono a causa dell’errore umano”, “l’outsider che è dedito all’azione contro l’ordine sociale, (…) che combatte per qualcosa di impossibile”

La parabola umana, l’ironia usata contro l’esercito e contro la buona società, gli zoom che rivelano una messa in scena simmetrica e perfetta, questo c’ho trovato io.

Anni…

Shining. Sapevate che il Nostro avrebbe potuto fare L’esorcista 2? Pensava all’horror, e gli arriva informazioni su quella strana cinepresa, la steadycam, usata in modo massiccio, dal labirinto ai corridoi, con fatica dell’operatore, ad altezza di bambino, e con trovate non sempre geniali, visto che nel carrello che l’accompagnava c’aveva messo alcune persone. Poi c’era Nicholson, che in quel periodo seppe che sua madre era sua sorella, quindi la faccia sconvolta era motivata e partecipata, anche se conservò un buon rapporto col Regista. Al contrario con Shelley Duvall fu un disastro, dei fini che giustificavano i mezzi per farla recitare al meglio, con fatica, iperventilando, ma impressionante, visto che era la parte debole del cast. Cast ma non solo, perché la troupe si stancò in fretta, la lavorazione andò avanti mesi, come il montaggio. Gli esterni furono girati dalla seconda unità, mentre gli interni erano vicino casa, almeno questo. King l’ha ripudiato, dovreste saperlo, e l’Altro c’ha messo il labirinto nel finale, il sesso e il sangue dall’ascensore, ma se avete letto il romanzo dovreste già saperlo. Prima è un horror da citazione, poi un horror spaventevole, un film da guardare comunque, uno da avere in videoteca ed infine un’altro capolavoro di Kubrick, visto questa volta nell’edizione di Sky, con alcune modifiche, tipo quella al testo ripetuto alla macchina da scrivere.

Anni, anni…

Full metal jacket. Direi che capisco Vincent D’Onofrio: il ruolo che l’ha fatto ingrassare più di Robert De Niro per Toro scatenato, partecipazione che non avrei altrimenti riconosciuto, lo impegnò davanti ad uno sconosciuto ed autentico ex preparatore di marines, quindi ridere gli si confaceva. Ho riso anch’io, non potevo fare altrimenti all’inizio, poi il buio. Te credo che qualcuno ha imparato a memoria gli insulti, poi è una riflessione strana sull’assurdità della guerra, verificabile con la scena dell’incontro dell’ennesimo colonnello di Joker, quando gli spiega perché aveva addosso una spilla col simbolo della pace e contemporaneamente la famigerata scritta “Born to kill” sull’elmetto: la dualità umana…Kubrick però s’è fatto importare delle palme originali, pur di non usare location originali o simili, e si è costruito distrutto un set nell’amata Inghilterra, e si vede dal cielo comunque plumbeo, che, qui si vede benissimo, ha rovinato l’illuminazione fino al momento dell’incontro col cecchino. Non so cosa ci trovate voi, non so con qual meriti sia in Top 100, io non l’ho mai capito.

Anni, ancora anni, più proficui mentalmente: prima l’idea di A.I. – Intelligenza artificale, nelle intenzioni da Lui prodotto e diretto da Spielberg, che poi gli ha rubato l’argomento di un film sullo sterminio degli ebrei: voleva farci un film, ma sapendo di Schindler’s list ha interrotto la produzione. Direi che Stevy ha qualche debito di riconoscenza, o qualche senso di colpa.

Eyes wide shut. Altro progetto di origine remota era l’adattamento di Doppio sogno di Schnitzler, almeno dagli anni ’70. Si cercò una perfetta coppia di attori, preferibilmente coniugi, ed ecco che il disfarsi di un matrimonio diventa motivo di riflessione addirittura per un Tom Cruise!!! Come al solito le riprese sono state lunghissime, oltre il limite dello sfinimento se Cruise e Pollack nel documentario ci ridono sù, ma i soldi erano tantissimi, un prodottone di studio che doveva garantire qualcosa in più del solito Regista. Lui, che aveva progettato, programmato, studiato, analizzato ogni possibile sala dove usciva ogni suo film, se ne và, ci lascia soli a pochi giorni dalla prima mondiale.

E’ uno scherzo che non gli ho mai perdonato, ma essendo Kubrick una persona seria non posso che permettermi di dissentire dalla sua morte: è uno tipo Elvis, quelle fugaci comete che passano di qua una sola volta nella nostra vita, ma che continuano a girare per l’universo. C’è, ma non si vede, si fa sentire forse, si illuminano ogni tanto i suoi occhi puntati su qualche altro regista, perché le lezioni di un Genio sono state messe su pellicola. Spero che le biografie, pur completissime fino al dettaglio, abbiano trascurato ciò che magari troverò nel documentario sull’archivio segreto, perché una persona così non ha mai fermato il cervello, e può aver trovato spunti per un film pure in una scatoletta di cibo per gatti.

 

4 pensieri su “Ciò che resterà di Kubrick

  1. BELLA L'IMMAGINE della cometa Kubrick che, dopo aver sfiorato la terra, ora viaggia nell'Infinito
    Magari, in un'altra galassia, sta dirigendo IL SIGNORE DEGLI ANELLI con Paul McCartney nella parte di Bilbo e John Lennon in quella di Gandalf

    • McCartney però non è ancora morto, almeno dicono così. Ieri, guardando tutto quel popò di roba in una giornata, ho pensato: chi avreste voluto altrimenti vedere a dirigere 2001 Odissea nello spazio? Spielberg, Nolan? Come del resto per Il signore degli anelli, che non credo Kubrick abbia mai pensato di dirigere, a quanto ho letto nelle due bio…
      Se di questi tempi si pensa sempre ad un remake (e ce ne sono di fantastici, per film usciti da poco al cinema) come rivoluzione e come caduta di idee, quali sono i registi adatti per ogni filmone??? Sono tentato di fare una lista, magari aggiungendola alla Top 200, o qualcosa di simile.

      • Potrebbe essere un'OTTIMA idea quella di immaginare i remake dei capolavori del passato:
        VIA COL VENTO rifatto da Spielberg?
        BLADE RUNNER rifatto da Tarantino, magari dal punto di vista dei Replicanti?
        LA DOLCE VITA rifatto da Pingitore… no, questa è proprio una cazzata!
        insomma, se può ragionare

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