Woody Allen – Parte IV

Speravo di farmi una scorpacciata, in questi giorni, ma il destino chiama pure a fare straordinari per l’azienda, cosa che ha rovinato i miei piani e lo stato psicofisico per 24 ore. Mi rimetto in sesto con un’intera giornata, quella libera dal lavoro, dedicata a Woody.

Niente Crimini e misfatti, Ombre e nebbia, Mariti e mogli.

Alice. La cosa più sorprendente è l’atteggiamento che tutti hanno, non solo qui, nei confronti di una persona invisibile, morta e trapassata o sensuale, ed è un diminutivo. E’ una tiritera che non ricordavo assolutamente in Allen, qualcosa che sorprende più del dovuto, ma non per questo non mi lascio abbindolare, anzi, in un tuffo carpiato arrivo agli effetti speciali, mai così utili e poco invasivi, per i quali ti chiedi se il regista sia effettivamente portato, un pò come Martin Scorsese per Hugo Cabret. Scommettiamo che verrà fuori, con i voti, che avrà un voto appena più basso de La rosa purpurea???

Misterioso omicidio a Manhattan. Lo stavo per odiare, un passo falso dicevo, un odioso film con Alvyn e Annie finalmente sposi, invecchiati e col culo grosso…Invece, oltre all’eccezionale tenuta del fisico della Keaton, mi son dovuto prostrare al ritmo del giallo, quasi spaventandomi o perlomeno coinvolgendomi…Più del dovuto? Sappiamo che Woody a volte strania, ma c’è ancora lui, dalla famosa battuta su Wagner e la Polonia, ai risvegli improvvidi, che lo fanno girare come un boccino.

Pallottole su Broadway. Torna al teatro, a Broadway, e chi ci trova? I mafiosi. Il tutto condito da un drammaturgo con ambizioni e forse troppo poco talento, un’attricetta che forse era meglio non doppiare (la stessa italiana de La dea dell’amore??), un attore che cresce con la sua bulimia…Insomma dei personaggi più che azzeccati, un ritmo che appare poco inferiore alla volta in cui ho deciso di conservarlo, scenografie e luci da ammirare. Nel Castoro si dice che anche in Bugsy si parla di come la mafia abbia influito monetariamente sullo show business.

La dea dell’amore. No, il solito sfigato (mmmhhh, forse motivo di tanto ostracismo verso Allen???), le solite manie senza psicologismi e religiosità, si trova una perfetta oca perdipiù prostituta, che non ricordavo assolutamente come si legava alla storia: è la madre di suo figlio, ma come i geni si siano ricombinati è cosa del caso. Lei è veramente una dea del sesso, ma ce ne sono anche col cervello, e a lui è capitato di sentire molta compassione. Come al solito non andrà come voleva lui, il destino è cieco anche nel finale, e quel coro greco, trovata eccezionale e fonte di risate che non ricordavo assolutamente, è lì a dimostrarlo. Mira Sorvino quasi meritava l’Oscar, senza dover andare a fare confronti.

Tutti dicono I love you. Iniziano i lunghi casting con le star, e ce ne sarebbe da dire, fino ad adesso. Julia Roberts, al massimo splendore, nel periodo di massimo fulgore pure, a metà dei ’90, è lì a testimoniarcelo. Non è che abbia un ruolo importante, ma forse le bastava. Piuttosto, Natalie Portman? Cos’avrà avuto, 15 anni? Si torna alle giovani promesse, e il suo coinvolgimento è una dimostrazione lampante. Ad Allen mancava anche un musical, ed eccolo lì, con le canzoni (Woody non si è sottratto) forse mai interpretate da Rod Stewart per il suo canzoniere americano, ma con più classe ed un finale anticipato per goduria solo dalla festa di non Natale basata su Groucho Marx (se la sognava da anni? Anche nel set tutti avevano i baffi, le sopracciglia e gli occhiali del genio comico?). Poi, sulle rive della Senna, un’altra dimostrazione di come gli effetti speciali debbano essere dati in mano ai maestri, non all’ennesimo prequel del sequel del remake horror (Woody pareva pure agile con Goldie Hawn).

Il tutto a cavallo degli anni ’90. Non è che io abbia seguito le vicende di Woody Allen e Mia Farrow, mi interessava il cinema, e spesso sono andato al cinema a godermelo. Dal Castoro tornano le accuse di molestie ai figli, ma non credo che uno così abbia quei problemi, visto il fascino che, negli anni, si è conquistato presso le donne.

In Top 2500:

  • Misterioso omicidio a Manhattan: 2539°
  • Pallottole su Broadway: 894°

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4 pensieri su “Woody Allen – Parte IV

  1. Oh, my God!!!!
    TROPPO DIFFICILE
    sono tutti belli
    se potessi dare 2 voti, direi MISTERIOSO OMICIDIOECC e LA DEA DELL'AMORE
    "non fare la Cassandra!!!" "ma io sono Cassandra…" vabbè, voto per la Dea dell'Ecc

  2. Gegio, cosa consiglieresti a qualcuno che ha visto ben poco di Woody Allen? (di sicuro ho visto "Misterioso omicidio a Manhattan" e "Io e Annie", forse qualcos'altro ma non ricordo i titoli).

    • Direi Il dormiglione o Amore e guerra, tanto per iniziare. Poi Io e Annie, perché più digeribile di Manhattan. Zelig no, piuttosto La rosa purpurea. La dea dell’amore…e poi?? La seconda parte dopo le mie visioni, perché ieri ho visto cose che non potevo assolutamente ricordare, ergo forse ci vuole un giudizio approfondito.

  3. Vada per La dea dell'amore, una commistione incredibile tra commedia sofisticata, tragedia greca e mondo della pornografia. Ma la scelta è stata veramente complicata.

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