Prometheus

Fantascienza di grande livello, per fortuna. Ho bocciato Ridley Scott nell’ultimo ciclo a lui dedicato, anche se è entrato almeno un paio di volte in Top 100, ma ogni tanto ne azzecca una, del resto è la legge del caso. La trama è sempre più confusa, non c’è un qualche “spieghino” durante il film, altrimenti ci volevano 3 ore. Se non state attenti, se non conoscete Alien, non coglierete nessun richiamo, dejavù, o citazione (anche nel finale, ma tirata tirata), anche se la mitologia della storia si alimenta ulteriormente, anche se c’è una scena, quella della sala operatoria automatizzata, che potrebbe tranquillamente starsene da sola a farci sognare, tra Ripley e la madre di tutti gli alieni. Già, se gli effetti speciali ci sono e se ne stanno lì, le cose che ci fanno piegare sono due: il 3D, montato in digitale da Pietro Scalia, che non mi sono goduto al cinema, quindi ho perso metà film; i gadget e le idee futuristiche, dalla sala operatoria allo sguardo nei sogni dell’automa. Quest’ultimo pare il miglior personaggio, ma a volte viene superato da quello di Charlize Theron e da alcuni momenti in cui viene smentito il solito plot di fantascienza: non potevano mandare avanti uno tatuato così, con quei capelli, è contro ogni horror!!!! Che poi, tutte quelle tecnologie fanno sembrare Alien più anziano, e non solo per l’anno di uscita.

Su Hollywood party, quando è uscito, si disquisiva sulle teorie di nascita della razza umana, e mi pare un pò troppo per un film che comunque è di intrattenimento, anche se quella croce al collo della dottoressa pare un pò troppo, quasi un messaggio consolatorio.

La classifica:

  1. Django unchained
  2. 007 Skyfall
  3. Prometheus
  4. Led Zeppelin. Celebration day
  5. Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato

 

5 pensieri su “Prometheus

    • Non proprio pessimo, si vede dalla posizione in classifica, alla fine del post. Troppe cose, troppe pretese, per fortuna hanno avuto immaginazione per i gadget tecnologici, ma tutto sommato si salva.

  1. Hai ragione, Ridley Scott mi sconcerta per la capacità straordinaria di andare, nel corso della carriera, dalle stelle (a cominciare da 'i duellanti', il primo lungometraggio) alle stalle e viceversa, con capolavori che quasi commuovono per la perfezione alternati a robaccia, e ancora non mi capacito di come ci riesca. Non è certo l'unico che oscilla così, ma lui lo fa in maniera drastica e sistematica. Mah.

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