Doctor Who 7.9 – Universo nascosto

Pare che ci sia un certo filo logico, anzi nemmeno quello. Cine Bla Bla infatti. scrive..

Per gli sceneggiatori le avventure del Dottore sono una pacchia. Grazie al TARDIS, non c’è limite nello spazio e nel tempo per l’ambientazione della storia. Si può scegliere indifferentemente l’assolutismo francese (Finestre nel tempo) o, come in questo caso, il periodo della guerra fredda. Inoltre, il sovrappopolamento dell’universo whoviano, e l’incredibile facilità di movimento di cui godono i suoi multiformi abitanti, aiuta a inserire sempre diversi antagonisti, ognuno col proprio carattere.

Come non dargli ragione. Del resto si possono complicare le cose se si inserisce un alieno in un sottomarino atomico, con un Dottore da baldoria. E se si combinano mostri, fantasmi che non sono mostri, una medium e un possibile nuovo personaggio ricorrente??? Ah, ci sono un viaggetto da sei miliardi di anni nel passato e nel futuro e una pioniera dei viaggi nel tempo in un universo “tasca” (colpa dei traduttori?). Nei primi attimi dell’episodio pareva di essere ripiombato in American horror story, ma se ne esce subito, per mezzo del cacciavite sonico. Piano piano vengono fuori le cose sù citate e si prosegue la ricerca del personaggio di Clara, perché Moffat scalpita per il finale di stagione. Ma poi, la celebrazione del 50° l’avrà scritta lui???

Un pensiero su “Doctor Who 7.9 – Universo nascosto

  1. Il pocket universe (universo tasca) è una ipotesi astrofisica che non sono sicuro di aver capito bene. Usata (con vari adattamenti e modifiche) comunemente nella fantascienza, indica qualcosa come un universo che si trova dentro un altro universo, come una tasta in un vestito. Vedi ad esempio Men in black, dove il nostro universo è nascosto in una biglia. Nelle avventure del Dottore è un concetto che è già stato usato altre volte, anche se in effetti non mi pare lo si sia mai chiamato con questo nome.

    Credo che sì, l'episodio del 50° sia stato scritto da Moffat.

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