Vedi che i talenti sono sempre nascosti, si trovano anche in persone alle quali non daresti niente? Petrucciani è stato, per la maggior parte della sua vita, un jazzista, poi ha fatto qualcos’altro, forse, ma fin qui non c’è niente di speciale: a 4 anni rompe un pianoforte giocattolo, ne voleva uno vero; a 13 si trova a suonare con i grandi, lui nato piccolo, poi si fa una vita a New York, anche al Blue Note, e ti sembra che il tempo sia anch’esso piccolino, perché se ne và a 36 anni. Un Mozart dei nostri tempi, con lo stesso orecchio e la stessa capacità, anzi la stessa predisposizione al piano, quasi ci fosse nato sopra. Naturalmente il problema minore erano i pedali, e le mani parevano viaggiare per conto loro, senza dietro un cervello; poi c’è la storia della sua malattia, che ad un certo punto non gli ha permesso di suonare, o almeno così volevano i medici, ma se ne fregava, e ti faceva più di 200 concerti all’anno. Era naturalmente un autodidatta, e una delle tre mogli gli ha insegnato qualcosa, ma immezzo a droghe, scorribande e chissà cos’altro. Un uomo di neanche un metro, ma santo Giove tanto talento da farcelo rimpiangere subito.
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