Alfred Hithcock – Parte V

Gli uccelli. Ormai lo so a memoria, l’avrò visto almeno una mezza dozzina di volte. Cosa c’era da vedere in più? Dalla biografia di Hitch si viene a sapere che Tippi Hedren ha subito, ha sopportato la scena dell’aggressione degli uccelli, nel prefinale, come nessun’altra attrice plasmata da un regista, tappa finale di un trattamento che, uno ossessionato dalle bionde, è partito dal rinnovo del guardaroba. Doveva essere una star, ed effettivamente dà del filo da torcere a Grace Kelly, almeno nella prima parte, in quanto a classe. Gli spaventi, la paura li abbiamo già subiti, forse, nel mio caso, durante l’adolescenza, quindi si passa al come vengono fuori, e, dato che sono un tipo limitato, che guarda ai fatti più che alle teorie, dovrei parlare di come si è arrivati a cotanti effetti speciali, ma vi dico solo che gli uccelli, nella scena dell’aggressione agli scolari, sono stati disegnati a mano sulla pellicola, e ciò ha richiesto diversi mesi di lavorazione.

Marnie. Prima di guardarlo lo confondevo con Frenzy, e poi ho scoperto che non l’avevo mai visto in vita mia; è forse la normale incapacità del mio cervello di ricordarmi tutti i film visti? Ciò ha portato un pò di novità, sicuro, ma poi mi sono trovato davanti ad un tentativo di rifare La donna che visse due volte, anche se qui è la protagonista ad avere problemi con il rosso e con i temporali. Il finale poi, con un buon Sean Connery, pare essere messo lì senza tanta convinzione, anzi, se l’avesse fatto Brian De Palma, quello degli anni ’70 comunque, sarebbe un’altra cosa. Poi c’è la storia dell’inverosomiglianza: perché un riccone si sposa una delinquente dichiarata? Perché vengono sottaciuti tutti i suoi precedenti furti? E l’ultimo rapinato, è talmente cog****** da non riconoscerla? Peccato.

….Si, sono passati mesi, ma il ciclo su Hitchcock andava completato. Poco prima di distrarmi, a fine settembre 2013, avevo visto anche Il sipario strappato, ma non ne ho scritto, quindi il post è monco. Altra grossa faccenda riguarda le biografie che avevo trovato del regista, ormai non più in mano…

Frenzy. Sai già chi è l’assassino seriale, ma fai finta di niente, anche se nel finale ti aspetti qualcosina in più. Potrebbe essere la seconda volta che lo vedo, ma non ne sono sicurissimo; certo, lascia piuttosto indifferenti, anche se c’è il solito uomo vittima di tutto, ma due o tre scene sono da vecchio Hitchcock, quando la cinepresa è sulle scale, a pensarci adesso. I basettoni e il serial killer potrebbero far venire meno la voglia di proseguire, ma concediamo a Hitch la pensione, il fare ciò che voleva senza andare ad approfondire ciò che realmente intendeva fare.

Complotto di famiglia. Ecco, io speravo fortemente che fosse La congiura degli innocenti, un dolce ricordo che viene calmato solo dalla genialità della trama, anzi, dei personaggi: non un deliquente, non due, ma due coppie, uomo e donna per entrambe. Chi la spunterà? Ecco, il guizzo finale del regista è una esplosione di originalità, e per buona parte del film non sai per chi tifare, se per i truffatori o per i sequestratori. Non riesco a ricordare nessun altro film del genere, assolutamente, tranne qualche robetta recente, alla Ocean’s o Le regole della truffa, e non si respira nemmeno aria di thriller, inframmezzato com’è da trovate da commedia.

 

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