Michael Mann – Parte II

Ho un blog? Me lo sono domandato in questi tumultuosi giorni di una primavera nemmeno annunciata: io, astrologicamente, sarei abituato alle novità di aprile, ma i vari sconvolgimenti personali sono avvenuti proprio adesso, e mi ci vuole una settimana di relax assoluto per riprendermi, ergo maratone filmiche. Ah, ho finito le classifiche settennali degli attori, ma Google non accetta una tale mole di dati, mentre dal punto di vista dei risultati c’avrei qualche incertezza (Terrence Hill ai primi posti negli ultimi anni, tutto per il voto unico di Filmtv…); sui Cast perfetti poca roba, ma i dati sono lì, e prima o poi li posterò.

Insider. Dietro la verità. Ah beh, anche questo fa parte della mia storia, anche questo è stato visto da Gegio all’inizio delle sue avventure nei blog. Sono successe due cosette nel frattempo: una capacità di concentrazione più elevata e, cosa importante non solo per il film, ho smesso di fumare. Già, perché scoprire l’uso dell’ammoniaca o del Coumarin mi motiva ancora di più, mentre la trama pare meno fumosa delle altre volte che l’ho visto. Al Pacino pare sempre lui, anzi, qua pare abbia raggiunto l’apice della sua filmografia recente, anche se gli riservano personaggi trasandati e comunque impegnati. Russell Crowe doveva forse ancora fare Il gladiatore, e qui appare mimetizzato tra chili di troppo e parrucco biondo. Michael Mann ci mette una fotografia, l’uso della cinepresa (o videocamera?), i silenzi, i primi piani, insomma, mette la sua impronta in un film che denuncia i tabaccari.

Alì. Negli ultimi giorni mi sono accorto che Will Smith fa praticamente solo un film all’anno, niente di più, niente di meno. Un pò particolare come attore mainstream, visto che quasi tutti quelli analizzati per le classifiche settennali hanno avuto almeno un’annata da 4 film. Lui no, quasi sempre protagonista, ma qui si impegna un pò di più, ingrassa, anzi mette su massa magra, e si immerge nella biografia di uno che ha almeno attraversato la storia americana, se non una leggenda della boxe. Meritava l’Oscar? Forse, ma poi si và nello stereotipo del biopic drammatico, quindi lo si esclude, anche perché tutti gli altri attori sembrano a suo servizio paga, nascosti sotto parrucchini o senza capelli. Che poi, bisognerebbe analizzare il rapporto che c’ha Mann coi capelli dei protagonisti…Il regista ci fa la sua figura comunque, allontanandosi un pò dai suoi clichè, o almeno dai soliti drammi o polar che potevano imbrigliarlo a dovere…no, ma forse è successo proprio questo….Il regista concede tutto alla biografia di Alì, e se non fosse per i credits non sapresti mai che alla regia c’era quello di Heat – La sfida.

Collateral. L’ho già scritto, Mann si potrebbe far impigliare dal genere Crime, e qui fa il suo compitino, ma spero sia almeno roba sua, che abbia diretto qualcosa scritto da lui. Insomma, se Brian De Palma c’ha quella del thriller, lui c’ha quella dei nemici pubblici, dei gangster e delle armi. Non ho mai apprezzato a dovere Collateral, forse per Tom Cruise o per il suo personaggio (notare il parrucco, l’abito e il suo nome, Vincent, che torna torna torna….), forse per il suo filosofeggiare, ma c’è una cosa ottima da notare, ovvero l’uso della videocamera. A dire il vero, anzi devo ammettere che ad accorgermi del suo uso c’ho messo un bel pò, e neanche per film interi, ma per delle scene particolari: ah bello, hanno usato il digitale per l’inseguimento nei boschi di Public Enemies…Ogni tanto sprofondo nella vergogna, magari ne farò un post…La fotografia vien da sè? Mh, non credo….

Miami Vice. Ecco, questo sarebbe il punto di non ritorno, se permettete. Tornare a quei due, proseguendo nel genere, è un pò una mezza sconfitta di Michael Mann. Questi i rumors antecedenti alla visione, ma c’è qualcos’altro? Si. L’ascesa verso il delinquente di tutti i delinquenti, ad esempio, qualche inghippo femminile (ma preferisco la ragazza di Rico), la copertura, e chi ha tradito chi…Tutto in notturna o quasi. Anche qui, grazie al cielo, sono riuscito a concentrarmi facilmente, e sono andato al di là dei costumi e delle due o tre parrucche messe insieme per Colin Farrell, e c’ho visto una riedizione del telefilm che non ho mai visto, quindi osannato, ma pare tutto monco. Potrei sinceramente aspettarmi un’altro film con gli stessi personaggi, ma saprò sempre che Michael Mann ha dato il suo meglio una decina di anni prima.

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