Fringe – Quarta e quinta stagione

E’ da un tempo imprecisato che non seguivo una storia così lunga: Lost è la soluzione all’enigma, altrimenti solo film, magari un ciclo di registi, di attori, ma mai una storia singola. Se la quarta stagione per me è irrisolta, o per meglio dire non c’ho capito che poco, la quinta stagione si presenta curiosamente, per le premesse di….no, mi sono immaginato tutto, non c’erano i fan a scriverla, ma ha un andamento piuttosto elementare, con quella caccia al tesoro, mentre l’ambientazione ha un certo perché, mentre i cattivi dell’annata dovevano essere ancora più potenziati. Il futuro, distopico, è brutto, lo si capisce già dalla sigla, e per fortuna dura 13 episodi, perché altrimenti pareva veramente una serie recuperata.

E la quarta stagione? Direi migliore della successiva, con dei presupposti migliori perlomeno, con Peter che se ne esce da un lago per non ricordo quale causa, ma che sconvolge l’universo perché non sarebbe dovuto esistere. Tutto piano piano torna nella norma, ma con molto interesse da parte mia, ormai abituato ai viaggi nel tempo, ma forse con qualche pensiero al buon uso che ne hanno fatto nella serie.

Il tempo quindi: chi mi restituisce circa 78 puntate di una serie? Chi poteva immaginare che infine, ai conti, risulta essere poco più che sufficiente ai miei occhi? Certo, non si vedeva un telefilm così dai tempi di X-files, magari senza troppe pretese di cambiare il mondo, ma con lo stesso approfondimento e una mitologia più approfondita. Ma ne valeva la pena? Intrattenimento, ecco cos’è stato, anche se spesso mi facevo distrarre dalla Torv e dalla Nicole, o divertire con quel pazzo di Bishop, ma infine diventa un giocattolone che solleva le prime dure giornate di lavoro.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.