The wire – Quarta stagione

Ecco, qui la serie assume altri personaggi, come se non bastassero quelli quasi mitologici, mentre altri cambiano prospettiva, ma per la maggior parte del tempo ci sono ragazzini come protagonisti. La scuola quindi, come prerogativa di istruzione ma anche per insegnare qualcos’altro. Una delle cose che non manca alla serie è la banalità, assolutamente, perché ti fa vedere le cose da altre prospettive (Capitano, mi manchi, quindi, devo già scriverlo), il tutto mentre le vicende di buoni e cattivi proseguono, e ci sono quelli che vengono assunti meno che minorenni e altri che passano una nottata su una specie di panchina in distretto, senza parlare della fine che fanno nel solito incredibile finale di stagione. Fate vedere questa stagione agli insegnanti, per favore, perché potrebbero rincuorarsi, a scapito del trattamento subito dalla politica o dalle alte cattedre. Ti ci perdi, immezzo a quei ragazzini, mentre Omar e Marlo si rubano la scena per strada. Voi parlate di Scarface, o di Breaking bad, o di Quei bravi ragazzi, ma date un’occhiata (allungata) alla serie, e ditemi se non trovate altri modi per condannare la droga ma per affascinarsi davanti a personaggi per fortuna solo di fantasia. Serie dell’estate quindi, tanto per non smentirmi.

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