The wire – Quinta stagione

L’amaro in bocca, ecco cosa lasciano queste giornate. Robin se ne è andato, ma l’eco non si è ancora spenta, e mi tocca citarlo quando entro nella zona della spiaggia più incasinata, quel GOOD MORNING VIETNAM che ci sta bene, soprattutto a Ferragosto. Poi, mi spiace dirlo, ho in testa qualcos’altro per il prossimo autunno/inverno, e il blog potrebbe fallire, implodere, nonostante i grandi progetti di ogni inizio stagione; l’unica alternativa è parlare anche di altro, come di musica, che ne so. Insomma, ci vuole qualcosa di più di cinema e Facebbbook. Come se non bastasse, è finito il miglior telefilm dell’estate, sono arrivato all’ultima puntata e non si risolve assolutamente nulla: McNulty l’ha combinata troppo grossa, era un casinista dormiente, fino a questo momento, ed esplode in un putiferio di iniziative che rovinano l’intero Stato del Maryland, con l’elezione di quel governatore che non può non richiamare quell’altro, si quell’altro giovane di adesso. Tutto si frantuma, tutta l’iniziativa di Freamon va a farsi benedire, e Daniels poteva, ed invece…un insabbiamento come non si è mai visto nei telefilm, forse a raccomandarci che spesso le cose vanno proprio così, senza soluzione, e gattopardescamente soprattutto. Na mezza delusione quindi, anche se mi dicevano, non è solo un poliziesco, è qualcosa di più, non puoi nemmeno tifare per un buono, deve affascinarti anche il tipo spacciatore o lo sfigato con l’emporio, senza contare lo scandalo più grande, ovvero rendere protagonisti e bruttissimi i ragazzini, con pistola in mano o con l’eroina dietro l’angolo. Direi che è un mondo di merda, ma sono passati alcuni anni….

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