The walking dead – Terza stagione

E la prima? E la seconda? Già viste, due anni fa, durante il più potente mal di schiena mai provato, quando, come tanti, son dovuto star fermo forzatamente. Non mi ha fatto bene, per varie questioni, ma soprattutto perché mi ha fatto dimenticare questa serie, una delle più toste del periodo. Sangue, e se non bastasse, ancora sangue putrido. Personaggi che se ne vanno secondo il modus operandi di quello de Il trono di spade, forse con qualche pudore, ma sempre cancellati dalla serie con poco. Rick, naturalmente, è vivo, finora, e se alla fine della seconda stagione prometteva meno democrazia, ora se la deve vedere con uno che di facciata è solo il Governatore di una cittadina raffazzonata, ma che si rivela piano piano un sanguinario psicopatico. Il personaggio più bello rimane quello presentato nella stessa occasione, con lo stesso hype, ovvero la katana fatta persona, una che viaggia con due zombie senza braccia e senza mandibola….si dice che allontanino i loro simili….mah….

Poi ci sono le questioni Romero e Lost. Per il primo direi che si è superato alla grande il paradiso del centro commerciale, primo mio approccio al genere, forse dei primi anni ’70, non voglio approfondire, perché prendersi un carcere come rifugio è un’idea più che buona. Poi c’è la questione sopravvissuti, e forse qui tutto è ancora più drammatico, senza tanta fantascienza, perché appena ti vedi quel bambino con la pistola carica, pensi che se ne possa andare, se gli girano i coglioni, anche la biondina, ovvero la potenziale babysitter….Invece lui non parla, e ti annienta anche la madre…

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