C’è vita oltre?

Avevo deciso usare l’1×10 per i film che ho registrato finora, per vederne almeno una sintesi, prima della naturale morte del blog. Erano i film più importanti, i pezzi di cinema che non possono mancare, quelli che non potevo non recensire a modo mio. Avevo anche la gif perfetta…

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Poi, all’improvviso, mi sono reso conto che ho faticato per averli, ma anche che ho registrato certa roba imbarazzante, ed ancora che è meglio comprarsi qualche altro tera piuttosto di cancellare, ma anche che non vale la pena ammorbare il web con i soliti film già visti in questi lidi. Nel frattempo ho iniziato a raccogliere i dati di tutti i film usciti in Italia, roba grossa ed impegnativa che mi terrà occupato per alcuni mesi: salteranno fuori altri post infiniti, per cui quelli relativi ai grandi attori, ai grandi registi, alle classifiche per genere, etc, etc, andranno cancellati.

Non cancello nulla quindi, mi farò i cicli su Visconti, Rossellini, Fellini, Bergman, Kurosawa e altri, mentre abuserò di Extreme movie manager (farei quasi quasi un appello a Vito per una versione ad hoc, ad uso personalissimo).

P.S. E’ bello sapere di poter inserire le gif….

Questi li salvo – Speciale primavera, estate, autunno

No, il titolo è preso solo per caso da uno dei film che ho visto di recente, la mia intenzione è recuperare una serie di post con cui esprimevo la mia volontà di salvare un film su dieci. Per alcuni di essi mi sono già espresso, ma ci voleva una bella tabella, visibile anche a questo indirizzo, per farmi ragionare. Nel periodo di bassa stagione del blog, in cui mi sono dedicato quasi esclusivamente alla visione di film (anche se l’alta stagione non ha ancora preso il via…), ho visto circa 173 film, uno al giorno, come da obiettivo prefissato a maggio, anche se faticoso, rilanciato però nel periodo in cui dovevo starmene buono buono sul divano. Arrivo a salvare i seguenti film, anche se un salvataggio per ogni genere sarebbe stato più logico, anche se quelli più recenti meritavano un’altra collocazione:

  1. Planet Terror, ma solo per scrupolo, visto che i primi giorni di maggio sono stati entusiasmanti solo per l’obiettivo di cui sopra;
  2. Il mio vicino Totoro. Avevi ragione Fede…
  3. The tree of life, anche se potrei godermelo meglio su dvd o bluray;
  4. L’undicesima ora, a mio e vostro monito per il futuro;
  5. L’anno del dragone, che non ricordavo assolutamente così entusiasmante;
  6. La conversazione, perché devo ancora capire come l’ho inseguito per anni;
  7. Super 8, ma è l’ultimo film di Spielberg che salvo, prometto;
  8. I compagni, con Mastroianni…devo farlo vedere a qualcuno;
  9. Destinazione Piovarolo, il Totò imbrigliato;
  10. Carnage, ovviamente;
  11. Brutti, sporchi e cattivi, perché non c’era niente di meglio, e Moretti, ho scoperto, non ha fatto grandi cose nei ’70;
  12. Old boy, ormai ce l’ho su dvd, ma Lady Vendetta è ancora meglio;
  13. Tre colori – Film rosso, me ne sono innamorato;
  14. Uomini che odiano le donne, ma solo fino a quando non vedo il remake di Fincher;
  15. Una giornata particolare, l’avevo già scritto;
  16. Gli intrighi del potere – Nixon, anche qui già dichiarata la mia preferenza;
  17. Vai e vivrai, perchè quasi ti squarcia il cuore.

Nei prossimi giorni si festeggiano 3 cose (avete visto ad esempio il numero alla fine della tabella?) e si aggiorna la Top 200, ce n’è bisogno, anche con i film del ciclo Grandi attori…

10 x 1 – Film drammatici (2)

Appena la mia schiena non mi darà più problemi ricomincerò a scrivere post per ogni film…

Rusty il selvaggio. Francis Ford Coppola è per me ormai un’incognita. Dal Sogno lungo un giorno al Padrino c’è un abisso, e Apocalypse now è da me sopravvalutato. Rusty ha dalla sua parte una fotografia meravigliosa, una storia che in certi momenti ti affascina, ed il personaggio di Mickey Rourke meritava senz’altro più spazio. E’ pure un film che ci fa scoprire diverse altre star che lavoreranno nei decenni successivi: Matt Dillon con gli anni appare e scompare, ma volete mettere la prima parte di rilievo per Nicolas Cage? Risente di una scrittura dei dialoghi piuttosto arcana, con alcune ingenuità, ma andava visto, questo è sicuro.

Bianca. Durante la maturità c’era Telepiù che lo mandava in loop, quindi i dejavù si sprecano, con parole e scene che ti fanno pensare alle notti in bianco trascorse sui libri. Non è più una commedia, non è più solo la scuola Marylin Monroe, non è Nanni con la Nutella (era veramente pieno quel vaso, e la troupe se l’è fatta fuori appena finita la scena) e la Sacher. E’ un giallo del quale sai già la fine, è un protagonista che soffre, per la solitudine malcelata e per gli amici che si separano, per le scarpe e per la solita insofferenza di Michele Apicella. Laura Morante era magnetica, oltre che bellissima.

La messa è finita. Uno dei primi film registrati l’anno scorso da Sky, sapete, di quelli che insegui per anni e che non avrebbero mai riproposto altrove. Un prete con buonissime intenzioni si becca tutti gli amici, i familiari, i conoscenti con fisime che vanno dal mistico alla solitudine esposta e motivata. Si ride un pò, come per il personaggio di Marco Messeri, ma la crisi della società degli anni ’80 è il vero leit motiv. Un riflusso lungo, che ha colpito pure un intellettuale come Nanni Moretti, che non avrei mai pensato di vedere indossare la tonaca.

Allucinazione perversa. Pensavo che il Vietnam avesse dato abbastanza, ormai non ne potevo più di combattimenti, plotoni, jungla, napalm, Charlie e Borntokill. Se invece si pensa ai reduci c’è ancora qualcosa di positivo, e non parlo di Nato il 4 luglio, ma, ad esempio, di Giardini di pietra, scomparso dalla mia videoteca. Spero lo ridiano presto, perché mi aveva emozionato. Invece Allucinazione perversa ti fa quasi prendere le parti del soldato Tim Robbins, che non si sa se sta sognando, qual’è la sua compagna, o meglio ancora la verità. Le ultime immagini fanno sperare in bene, anche se il modo con cui arriva all’ospedale da campo è molto, molto drammatico. Tratto da una storia vera?

Lanterne rosse. Perché un titolo così mi attira, perché soffermarmi su qualcosa di orientale? Centra Cannes forse, non voglio approfondire, perché, devo ammetterlo, il secondo tempo non mi ha visto troppo partecipe. E’ una storia strana di emancipazione, ambientata nei primi anni del secolo scorso, ma neanche la studentessa, la 4a signora, si salva dalla malvagità, anche se involontaria. Il cinema orientale lo devo sempre prendere con le pinzette…

Nixon – Gli intrighi del potere. Stavo per esaltarmi doppiamente: la prima parte è veramente ben fatta, con i continui salti temporali, il montaggio diversamente frenetico, un Anthony Hopkins comunque e sempre, per tutta la durata, convincente, a tal punto che mi domando perché non gli hanno dato l’Oscar; Howard Hunt…chi è? Ho avuto un tuffo al cuore, perché se non sbaglio era citato nella trilogia americana di James Ellroy, due su tre tra gli ultimi libri letti in vita mia, o almeno che ricordo con più piacere. Fa piacere vederselo impersonato da Ed Harris, ma arriverei all’orgasmo se tutta, dico tutta la saga venisse trasposta al cinema. Per Gli intrighi del potere invece devo ammettere che da quando si parla di Vietnam le cose si complicano parecchio, e appena si parla più approfonditamente del Watergate inizi a perderti. Solo per americani?

Kippur. Un film israeliano, ambientato nel ’73, con due che si spargono pittura sul corpo facendo l’amore. Naaah, non è il mio film, avrei detto se non avessi dato una possibilità ad Amos Gitai. Ho avuto ragione, perché tutto il nonsense della guerra è nelle immagini della seconda parte, quando i soldati di soccorso si impantanano, vedono cadere pure il ferito che portano, si disperano, arrivano all’elicottero e questo cade. Niente dialoghi, poco opportuni, niente colonna sonora, inutile, ma dei piani sequenza degni di nota. Da far vedere a chiunque ami Full metal jacket.

Donnie Darko. Che ci fa qui dentro, nel ciclo drammatici? Me lo chiedo pure io, perchè dietro alle suggestioni anni ’80, dalle spalline degli insegnanti al cubo di Rubik, dietro alla fantascienza, quasi appena accennata, dietro alla maschera horror del coniglio mannaro, c’è qualcosa di drammatico. Ma devi rovistare, devi pensare che Filmtv ha sempre ragione. Per fortuna tutto si risolve facilmente, perché la prima volta è stata dura, tra sottotrame e spunti di riflessione, tra un Jake ispirato ed intelligente e una Maggie ancora acerba…Registrare o no Southland tales?

La stanza del figlio. La mia vita, già nel 2001, era inconsapevolmente ad un bivio, ed io ho scelto la strada più impervia, quella della cinefilia: ho scelto di andare al cinema a vederlo piuttosto che banchettare con i miei colleghi alla mia prima cena aziendale. E pensare che ci lavoro ancora, lì…Con gli anni, con la maturità, inizi a pensare che Nanni Moretti potrebbe aver ragione su tutto, e lasci Sogni d’oro, o Io sono un autarchico, e pensi a La messa è finita, o a questo film. Toccante più del dovuto, semplice come pochi, anche se l’analista pare il rimasuglio di Michele Apicella.

Magdalene. Non sono più anticlericale da un pezzo, quindi sto a guardare le protagoniste, che ci accompagnano col voyerismo della violenza psicologica delle suore di quell’ordine nelle Case Magdalene, dove tutto sembrava essersi fermato a Enrico VIII…Lo so, non è contemporaneo a loro, ed erano istituzioni irlandesi, ma la benedizione delle lavatrici dove la mettete? Non mi sorprendo più di nulla ormai, neanche della possibilità che una delle ragazze faccia sesso orale col prete, nemmeno della proibizione di parlarsi, o di trovarsi un arancio sul letto come regalo di Natale. Se lo scandalo è venuto fuori dopo decenni, nel ’93, quando pensate si faccia un film su le altre “magagne” della chiesa?

Il film da salvare, in questo caso, è Nixon – Gli intrighi del potere.

10 x 1 – Film drammatici

Questi film li ho visti prima della settimana dedicata ai telefilm, proprio mentre si manifestava la fase acuta del blocco lombare, ma ne ho scritto qualche giorno dopo, quando certe iniezioni hanno fatto dei miracoli.

Il bell’Antonio. Sicilia, anni ’60, Pasolini. Con questa introduzione non potevo che pensare bene del film con Mastroianni, dongiovanni che si sposa con la Cardinale, ma che non combina a livello carnale. Sembrava si risolvesse in altra maniera, ma lo sceneggiatore non è andato oltre. Belli gli argomenti monetari e religiosi.

Il disprezzo. Oddio, un’altro Godard in poche settimane. Decenni fa gli avrei dedicato un blog, ma la mia ignoranza permane, e questo film pare comunque semplice. Uno sceneggiatore deve pagare il mutuo, su insistenza della moglie, ma l’Ulisse di Fritz Lang (che interpreta sè stesso) è altra cosa, e tutto si risolve in un avvicinamento del produttore alla Bardot, splendida come non mai. Pareva semplice, ma chissà quali altri reconditi concetti metacinematografici nasconde. Dura la vita dello sceneggiatore.

Gli indifferenti. Altro film con la Cardinale, ma per buona parte del film mi sono domandato se tutti fossero indifferenti al fascismo, perché quella storia di ipoteche, matrimoni, tradimenti ed iniziazioni non è altrimenti troppo disturbante. Un ritratto della decadente borghesia? Mah, e non so nemmeno perché l’ho registrato…

A prova di errore. Quello oggetto di un remake con George Clooney, ma con mezzi più limitati ed argomentazioni (Walter Matthau) più preoccupanti. Naturale che nello stesso anno si pensasse al Dottor Stranamore di Kubrick, quindi è passato in sordina in sala. Quando guardavo le scene di dialogo tra i presidenti di USA e URSS pensavo a Sellers, e quei caccia erano così grandi nella mappa…

L’ultimo spettacolo. C’ho provato, a guardarlo la prima volta, ma non era tanto per il bianco e nero suggerito da Orson Welles, ma per la storia minimale, neanche un Vietnam, come per Un mercoledì da leoni, ma la guerra in Corea come punto di arrivo della giovinezza. Mi è piaciuta la storia del cinema che stava per chiudere, per la tv ed il baseball, e le immagini de Il fiume rosso non fanno che aumentare la criosità verso il film di Hawks.

Sacco e Vanzetti. Uno dei punti di arrivo del blog, uno di quei film che ambisci di vedere da anni, e che poi si rivelano ben fatti, con una storia eccellente, con Volontè non in primo piano e delle implicazioni morali che si scontrano con una lucidità mentale che, complice il dolore fisico, se ne và in malora. Da qui in poi le visioni saranno meno partecipate, ve lo anticipo.

Una giornata particolare. Loren e Mastroianni durante il fascismo, anzi, in una delle giornate più importanti, quella della discesa di Hitler nel nostre terre. Per fortuna c’è una storia dietro, una piccola storia se volete, che si prende tutta la trama: la casalinga che rimane in casa durante l’adunata, con una giornata libera, come la portiera dello stabile e il non allineato al regime. Mastroianni è ancora tutto da scoprire, ma intanto mi salvo questo.

Strade violente. Il primo Michael Mann, anche se si poteva inserire nel ciclo Crime. Bell’heist movie, con un finale tragico però. E la scena della rapina principale è tutta da seguire.

Tre fratelli. Francesco Rosi tra famiglia e politica, ma entrambe le cose, con antidolorifici e antiinfiammatori in corpo, non sono degne di troppa attenzione. C’è poi una certa lentezza che ti spacca il cervello.

Furyo. Ancora peggio. Forse ci sono dei flashback, forse David Bowie è fondamentale, forse meritava di essere inserito nel ciclo Takeshi, ma un’altra storia di prigionia durante la 2a guerra mondiale è inguardabile, anche con i sottotitoli, soprattutto per i motivi di cui sopra. Credo ci sia un finale sorprendente, ma non ne sono sicuro.

10 x 1 – Ancora commedie

Devo riprendere la vecchia serie di post con cui parlavo poco dei film, ma riuscivo a ragionare su quale salvare dei 10 visti. Non c’è da scrivere tanto su di essi, oppure ho ancora poca voglia di farlo. Bassa stagione del blog, ricordate?

Non ci sarà Io, io, io…e gli altri, disperso tra dvd e hard disk, quindi devo deludere Il bibliofilo.

Harold and Maude. Qualcuno diceva della più bella storia d’amore mai girata. Un incontro fortuito ma fondamentale, anche se non sono riuscito a capire quanti anni avesse lui. Ashby ha fatto pure Oltre il giardino, e si vede benissimo.

Io sono un autarchico. Un must ed un obiettivo. Non mi sono divertito parecchio, ma doveva essere una tappa del mio percorso. Anni fa l’avrei conservato, ma ora ricorderò solo la reazione di Moretti alla fama della Wertmueller.

Ecce bombo. L’ho atteso per anni in tv, un’altro tassello della mia cinefilia finalmente goduto. Qui mi sono divertito un pò di più, ma risente degli anni, anche se apprezzo la fuga in avanti a sinistra del regista.

Madonna, che silenzio c’è stasera. Chissà se l’ho mai visto durante l’adolescenza. Certo che quella canzone sulle pere me la ricordo, e pure il monologo che dà il titolo al film…Direi che vincere al Totocalcio, spostare la chiesa o trasferirsi in Perù, alternative possibili per il disoccupato e mammone Nuti, incuriosiscono un bel pò.

La Divina commedia. Maria de Medeiros è un pò sexy, lo devo ammettere, e il soggetto è abbastanza inusuale, specie per come viene introdotto. Poi, quando parlano di Katerina, mi sono perso, e sono passato al film successivo.

Molto rumore per nulla. Dovevo rivederlo, dovevo ripassare una delle prime vhs noleggiate. Ormai col Bardo ho un rapporto difficile, è confermato, ma è abbastanza godibile, l’unico adattamento che sopporto di Branagh. Poi c’è Keanu Reeves che fa il cattivo…

Clerks – Commessi. Tra i primi che ho noleggiato, e non si è rivelato solo una serie di sketch e dialoghi cult.

Italiano per principianti. DOGMA ’95!!! Godibilissimo, nonostante tutto. Sottotitolato solo per noi italiani, e vediamo degli attori italiani che ci confondono.

Caterina va in città. Virzì si assume i rischi di una ragazzina di più o meno 13 anni che si divide tra pariolini e sinistrorsi, con la vittoria di nessuno di loro, a momenti neanche del buonsenso del padre. Comparsate o camei eccellenti.

Dopo mezzanotte. Il più grazioso, e non parlo di Pasotti che fa l’affetto da Asperger, ma del Museo nazionale del cinema. L’aria da noir non vi deve confondere, è una commedia piuttosto sentimentale con le origini del cinema.

La famiglia omicidi. Cosa c’è di peggio di non arrivare al finale? Non sapere di non aver registrato il film fino alla fine!!!! Rowan Atkinson si smarca da Mr. Bean e trova barzellette e sesso nel ruolo di un reverendo. Maggie Smith invece fa la governante alla Mrs. Doubtfire ma è una madre che ricorda quella della Signora ammazzatutti.

Anche qui, come nel precendente post della serie, non riesco a trovare buoni motivi per salvarne uno, MA, mi apro a tutti voi e il primo che commenterà avrà la possibilità di farmi conservare un film, scelga lui quale.

 

 

10 x 1 (+1) – Speciale commedie

Devo avere una specie di pregiudizio, ma del resto è agosto, non posso pretendere di avere la testa di mesi fa, di potermi concentrare, di dover tirare fuori paroloni per i seguenti film, non dico i peggiori, ma neanche da osannare.

Abbasso la miseria! Perché non è oggetto di un remake? Perché le caratterizzazioni sono così attuali? La miseria, pur nell’immediato Dopoguerra, è salvata solo dall’allegria.

Un giorno in pretura. Un classico di Rai3. Chissà se l’hanno mandato anche quest’estate. Anche qui realistico e non lontano dai nostri tempi. Una commedia che dovevo vedere.

(Il più 1 del post: ero distratto, non l’ho inserito nella giornata dedicata al napoletano) Risate di gioia. Totò e Anna Magnani in un Capodanno favoloso, che non ricordo così nel cinema italiano. Il primo pare limitato, quasi troppo serio, mentre la seconda è solamente bella.

Il giovedì. Primo film visto di Risi, e mi viene un’enorme nostalgia per Walter Chiari. Siamo dalle parti de Il sorpasso, mediato solo da un bambino.

Operazione San Gennaro. E due di Risi…Un heist movie a Napoli con Totò e Manfredi e quel santo come può risolversi?

Il medico della mutua. Ovvero Tersilli nel prequel, quando faceva ancora il medico di base. Quei traffici andrebbero aggiornati? Chissà. A volte pare anche a me di far parte di quei 2300 mutuati, nel doppio ambulatorio.

Vedo nudo (e tre). L’ho evidentemente confuso con quello dove la Antonelli e Giannini. Mi sono divertito parecchio, come per l’episodio della gallina e quello sketch dello specchio. Inizio ad amare Manfredi.

La moglie del prete (e quattro!). Mastroianni e Loren, lui prete, lei aspirante suicida e bella, ambientato vicino casa mia. La fine è comprensibile, ma quanta fatica.

Venga a prendere il caffè da noi. Gassman immezzo a tre racchie, come può non giganteggiare? E credevo, dalla colonna sonora iniziale, che fosse un film drammatico.

Signore e signori, buonanotte. Problematico? Iniziare con Agnelli rapito che chiede di pagare il riscatto agli operai non può che essere un incipit devastante per l’attualità del periodo. Più che graffiante.

Brutti, sporchi e cattivi. Neorealista? Cattiva commedia? Scola è uno che vorrei approfondire. Tutti quei dettagli sulla povertà, che capitano all’improvviso, non ti fanno andare d’accordo con Mereghetti, che gli dà solo un 2.

Quale salvare? Nessuno, per ora.

 

 

106 diviso 10 fa…

…almeno 10 film da salvare di quelli visti in poco più di due mesi. Mi sono dato da fare quindi, ho visto quella cifra di film da fine gennaio ad adesso…Roba da causare a tutti malori davanti ad un dvd, oppure problemi agli occhi. E la sedentarietà, dove la mettiamo? E i consumi elettrici? Ne è valsa poi la pena? Si, ammetto di aver visto molta roba che supera i miei standard. E passo dall’essere un mero registratore umano (il più grande secondo alcune) a fruitore assiduo di cinema.

Vorrei salvare 1 film ogni 10 di quelli visti (sono solo quelli presentati in tv, quindi tutto è inficiato da ciò che è stato proposto negli ultimi mesi) e so, so per certo che avrò dei problemi nel prosieguo del post. Potrei anche salvarne uno per attore, visto il megaciclo dedicato a chi sta davanti alla cinepresa…quasi quasi faccio così…si, dai…

Al Pacino (11 film). Se fossi ancorato al mio passato salverei Seduzione pericolosa, ma preferisco …E giustizia per tutti, uno dei pochi titoli che mi mancavano della sua filmografia passata.

Alec Guinness. L’unico film visto è Il nostro agente all’Avana, ma non sono sicuro di conservarlo.

Jean Arthur. Se fossero più clementi, quelli delle tv, non mi farebbero dubitare di Shane, o Il cavaliere della valle solitaria, uno dei soli due che ho visto con lei. Diciamo che è esagerato conservarlo.

Claude Rains (4 film). Oserei dire La signora Skeffington, ma solo per Bette Davis, ma con Mr. Smith va a Washington ho la scusa di conservarne due di James Stewart.

Simone Signoret (3). I diabolici, perché rispetto al remake c’è ancora più thrilling, ed vorrei rivedere tutto per trovare sbavature al finale….

James Stewart (10). Tralascio i western, dimentico Il volo della fenice, conservo Liberty Valance per John Ford, grande regista, e vado su Harvey.

Katharine Hepburn (9 film…non fate la somma alla fine, perché ad esempio ha recitato con Spencer Tracy, altro grande). Il diavolo è femmina, perché è giovane, spudorata e si traveste da uomo.

Spencer Tracy (8). La donna del giorno, appunto con Katharine, ma sono in forse con La costola di Adamo e …E l’uomo creò Satana!

Humprey Bogart (7). Il più cinematografico dei 106, sopravvalutato per alcuni, sottovalutato dai più: La contessa scalza.

Laurence Olivier (3). Il grande ammiraglio, per la Storia che porta con sè.

Piccola parentesi: i film peggiori per Morandini e Mymovies.it.

Un ragazzo e una ragazza, perché l’attesa di rivederlo era forte, e non è poi bruttissimo, è anzi quasi da cult.

Claudette Colbert (5). Da quando te ne andasti, perché parla di vicende che mai ho visto affrontate.

Burt Lancaster (9). Gli esclusi, del resto ciò che ho visto non ha lasciato il segno.

Gian Maria Volontè (14). Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto o Il sospetto?

Dustin Hoffman (quasi 6). Tocca andare molto indietro, perché Oggi è già domani non mi pare ben considerato, anche se passerà ai miei occhi nei prossimi giorni. Un titolo sconosciuto ai più, passato su Cielo (perchè?) qualche mese fa: John e Mary.