100 verità – Harry, ti presento Sally

Potrei anche elencarle, tante sono, o meglio erano per me le verità intorno a Harry, ti presento Sally. Tanti dialoghi, tante battute, una colonna sonora che rimane, certe scenografie da non dimenticare, due protagonisti in parte (Meg Ryan non l’ho mai vista così trattenuta), uno script inarrivabile e non replicabile.

Però…A parte che per me è uno stracult, un’altra verità è che ho passato un periodo intero della mia vita a guardare questo film. Una volta al mese, per almeno un’anno. Uscivo da una brutta situazione, e mi appigliavo a Harry, ti presento Sally per capire me stesso e l’altro sesso. Come se catalogare i rapporti fosse cosa facile e da fare appena possibile. Era meglio se mi lasciavo trasportare, invece che diventare un’incompreso intellettuale dell’amore e dell’amicizia tra uomo e donna.

C’è però un’altro film che ho visto più e più volte, almeno una al mese: Matrix.

E le 100 verità???

E’ passato un secolo dai questi post, in cui rivelavo molto di me, parlando sempre per mezzo del cinema. A quell’epoca volevo dedicar loro spazio ogni giorno, ma come al solito ho divagato.

Cercherò quindi di recuperarne i contenuti, magari aggiornando la lista, e può darsi, che in un futuro non troppo lontano, inserisca il form…Oddio, un’altro form!!?!?!!? Certo…Sono 100 domande sul vostro rapporto col cinema, su come ha influenzato la vostra vita.

Intanto vi parlo di Casablanca, film che ormai è presente in ogni mio scritto.

Il finale è quello che vedrei per sempre, perché c’è la 2a guerra mondiale, ci sono i nazisti alle calcagna di Ingrid Bergman, Humprey Bogart, Laszlo e il capitano Renault, c’è un aereo da prendere in pochi secondi, c’è la nebbia. Ed un dialogo che alcuni hanno poi ripreso in Harry, ti presento Sally e Provaci ancora, Sam, due film che ritengo nella mia educazione sentimentale. Finisce così, dopo che l’aereo è partito, con queste parole:

Louis, credo che questo sia l’inizio di una bella amicizia.

Casablanca è anche il film con cui potevo smettere di drogarmi di cinema. E’ un punto di arrivo, un film che magari hai già visto prima di altri capolavori, e che becchi in versione colored su Rete4 a tradimento, un qualsiasi pomeriggio della settimana. C’ha pensato Studio Universal a riproporlo in maniera accettabile, dandogli il giusto peso. Perché può capitare che lo guardi a tradimento prima di altri capolavori, dicevo, e ti metti a paragonarlo con gli altri film di Bogart, della Bergman, magari con altri classici; osi poi, in ogni war movie, anche recente, cercare qualche similitudine, e non ci riesci. Ci sono due o tre titoli che hanno la stessa aurea di cult, come Il padrino – Parte II, o Quarto potere, ma se parti con Casablanca è finita, ti domandi come in piena guerra uno come Michael Curtiz possa aver girato una cosa simile, e ti viene voglia di cercare altri aneddoti sulla sua uscita in Italia, ad esempio. Qualcosa di perfetto.

 

100 verità – Appuntamento invernale in tv

Non so voi, ma io ho una specie di tradizione per Natale, da guardare quasi sempre in tv, anche se l’ho registrato piuttosto bene. Una poltrona per due ha sempre avuto un posto nel mio cuore, fin dalla fine degli anni ’80, fin dall’adolescenza turbata da Jamie Lee Curtis, per proseguire con Eddie Murphy nel film migliore della sua carriera. C’è anche John Landis da citare, uno dei componenti del mio personale fantastic-pack di fine anni ’70-inizio anni ’80, quando anche Spielberg ha dato il suo contributo con 1941: Allarme a Hollywood, quando tutto sembrava andare in vacca, e John Belushi, il Saturday Night Show, erano il vero motore delle risate.

Ultimamente poi ho imparato ad apprezzare altri elementi del film di Landis: la satira sull’economia, ancora attuale se volete; le facce di Don Ameche, un vecchio e forse compianto attore dei tempi d’oro della Mecca; la colonna sonora iniziale, un Mozart inserito benissimo.

Ogni inverno c’è da ridere quindi, ma anche da intristirsi, per la sorte del Babbo Natale col salmone nella barba.

100 verità – Da qui è partita la mia passione per il cinema

Riprendo in mano questi post, partiti con questa lista.

Di solito è difficile risalire al primo film visto. Io ricordo anche quello, Duel di Spielberg, ma vado oltre per La rosa purpurea del Cairo, dal quale è nato il mio amore per il cinema. Un film come quello di Allen si presta notevolmente, ma c’era di mezzo una serie di film proposti dalla parrocchia, e le distrazioni di un 13enne in sala sono forti (ricordo Nuovo cinema Paradiso per l’atmosfera in sala), specie se degli attori non solo bucano lo schermo, ma ne escono pure. Ricordo che durante la proiezione piano piano, anche rispetto agli altri titoli proposti nella sala, l’attenzione saliva velocemente. Ma forse il regista ne ha fatto qualcosa anche per i ragazzini, con una trama semplice ma lo stesso potenziale oggetto di studio, o perlomeno di culto. Se non ricordo male il protagonista maschile era Jeff Daniels, con un bel pò di cerone in viso, che si innamora di…Mia Farrow forse, non voglio riprendere in mano la scheda nei database, voglio lasciarmi trascinare dai ricordi. Gli attori dall’altra parte della barricata…solo Allen, dopo le prove più divertenti dei primi anni ’70, poteva immaginare l’inimmaginifico.

Non era il tempo di coltivare la passione, sarebbero passati alcuni lustri prima di capirne qualcosa, ma il cinema era entrato nella mia vita dalla porta principale, ovvero dallo schermo.

100 verità – Il film più sopravvalutato del mio regista preferito

Data la mia attuale vis polemica, dato che mi voglio assolutamente fare del male, riprendo in mano i post delle 100 verità, lista che ho scritto qualche tempo fa e che ho promesso sarebbe stata oggetto di post dedicati settimanali.

Amo Il padrino, dai primi minuti al finale del terzo capitolo, assolutamente spettacolare e paurosamente vicino alla nostra storia. Recentemente ho poi amato Peggy Sue si è sposata, ma anche L’uomo della pioggia. Ricordo New York stories, che aspetto in tv, e Tucker – Un uomo e il suo sogno è quanto di meglio si possa vedere per capire l’America. Ricordo con emozione Giardini di pietra, mentre aspetto l’occasione buona per vedere I ragazzi della 56a strada.

Un sogno lungo un giorno è strano, ma è storia del cinema, come lo è Apocalypse now, che per la produzione merita davvero un Oscar. Solo per questo però, perchè non l’ho mai capito abbastanza. Marlon Brando ad esempio, quanto ci avete messo a comprendere il significato delle sue parole nel finale? Poi il genere di guerra è l’ultimo arrivato per me, che prima non amavo assolutamente, e il Vietnam è una pagina che pochi hanno saputo affrontare in modo efficace. Tra l’altro Coppola ci ha riprovato con Giardini di pietra, e alla seconda visione mi metterò pure a piangere, lo scommetto.

Manca un film all’appello tra quelli visti, quel Dracula di Bram Stoker che prima amavo, poi piano piano, mi sono accorto, non faceva per me. Troppo lontano da Coppola, neanche riconoscibile se non per le sue risapute disavventure economiche, nate tra l’altro dal film delle prossime righe. Un passo falso quindi, ma, escludendolo, posso dire che:

Il film più sopravvalutato del mio regista preferito è Apocalypse now.

Il vostro invece?