Gloria – Una notte d’estate

Mi sono emozionato un bel pò di volte. La prima è quando i killer entrano nella casa del bimbo ed uccidono la sua famiglia, all’inizio del film: la colonna sonora aggiunge parecchio alla telefonata, alle esplosioni, alla faccia di Gena Rowlands. Pure le scene in cui l’orfano si fa macho sono piuttosto indimenticabili, ma vi voglio vedere a seguire tutti gli spostamenti della coppia di fuggitivi, dalle topaie ai ristoranti, dai taxi alle strade, con i mafiosi che appaiono quasi sapessero sempre dove sono. La Rowlands è molto convincente come donna che di bambini non vuole saperne, e quando impugna la pistola fa paura anche lontano dalla tv.

Avevo visto il remake, chissà perché, Sharon Stone non può bastare, ma nella mia cinefilia non basta mai niente, ed ecco che qualche minuto fa ho finito anche questo. Recuperatelo.

Cadaveri eccellenti

Francesco Rosi è nelle cronache degli ultimi giorni, ed io, solo per caso, visto che non riesco a seguire gli eventi o le commemorazioni che si avvicinano (Antonioni e Bergman su tutti, ai quali dedicherò spazio quest’inverno), solo per caso ripeto, mi imbatto, per il ciclo Crime, in Cadaveri eccellenti.

Tre giudici ammazzati in pochi giorni. Pare una questione di vendetta, da parte di un condannato ingiustamente, ma andando avanti si entra in un complotto ai massimi livelli, con militari e “massa” che vengono coinvolti in un possibile colpo di Stato. Sciascia, ispiratore di Rosi, immagina cose che potrebbero accadere, e ci mette immezzo pure la politica, con nomi inventati ma partiti realmente esistenti negli anni ’70. Alla fine viene ucciso pure il segretario del PCI, ma le conseguenze ci vengono negate, quindi si seguono le indagini di un ispettore, che, prima di essere ucciso, scopre ciò che sta dietro e quindi di essere spiato.

Un film del genere l’avrei adorato vent’anni fa, anche se gli universi paralleli non mi avrebbero appassionato fino a pochi lustri fa. E’ un film di fiction, non come Il caso Mattei, ma ci fa “sentire” quel decennio, quando Borghese e altri hanno tentato di sovvertire l’ordine democratico. Sciascia ci mette il tango, i morti che parlano ai vivi, le soste alle fermate, tutte quelle cose che sto imparando a conoscere e che ho riscoperto con alcuni film con Volontè. IMDB l’ha incluso nel genere Crime, io l’avrei messo tra i film politici, o perlomeno drammatici.

Il colpo della metropolitana (1974)

L’originale, è stato rifatto, con Pelham 123, e pure con un remake per la tv. Dimenticateli, anche se ogni film con la stessa storia, quella del sequestro di un treno della metropolitana, ha, o possiede in questo caso, qualcosa di piacevole. Volete mettere la faccia di Matthau dell’ultima inquadratura di quello del ’74? E John Travolta con la barba e il pizzo più violenti degli ultimi anni? E la storia che sta dietro al suo personaggio? Tutto sembra preso pari pari dall’originale, ma ha lo stesso il suo fascino, pensate a che rivalutazione sono arrivato. Sono in bassa stagione, e vado ad apprezzare un film di Tony Scott, ma tutto ciò che ha fatto l’ha preso pari pari, quasi scena per scena, anche se la tecnologia la fa da padrona, e via di computer, anche nel treno, con la webcam del portatile. Il personaggio di Washington pare più problematico, ma ci sono anche i giapponesi, il sindaco malato e pure la sparatoria del prefinale. Non è che sia un colpo di genio intuire che a metà del viaggio, quando il convoglio si ferma, magari i rapitori sono scesi, ma si lascia perdere, che siamo a luglio e ci vuole un pò di disimpegno, e la faccia di Matthau, in tutto ciò che fa, aiuta moltissimo. Avrei ora voglia di vedere That’s amore e Due irresistibili brontoloni, quando l’età rende migliori lui e Jack Lemmon, ma resisto col genere Crime, e mi sa che avrò da ripensare il mio atteggiamento col prossimo film, Cadaveri eccellenti.

Rapina record a New York

Parte bene, prosegue allo stesso modo, ma il finale pare risolvere tutto nel peggiore dei modi: il protagonista ferito e portato via dagli infermieri, immezzo alla polizia, gli altri rapinatori uccisi nei peggiori incidenti improvvisati degli anni ’70, e il bottino non si sa dove va a finire, forse motivo di un sequel, ma non voglio nemmeno approfondire. Gli heist movies mi piacciono, e non serve nemmeno citare Ocean’s, ma almeno dare qualche contentino agli spettatori giustificherebbe una trama carina, anche se il titolo del film prometteva molte cose, anzi, le migliori, magari una banca, o degli ingegni migliori, delle sorprese. No, tutto si risolve più drammaticamente del solito.

I compagni

Non ricordo bene la seconda fonte di curiosità per questo film di Monicelli, ma Hollywood party ne aveva parlato alla morte del regista, ed ecco che, un anno dopo, viene trasmesso su Sky. Lodevole almeno questo ripescaggio, per non parlare della fama che lo circonda: il più amato, il più fallimentare al botteghino, il più drammatico, firmato dai padri della commedia all’italiana. Non c’è da ridere, come per La grande guerra, piuttosto da riflettere, per una pagina della solita Storia da me approfondita forse in un trafiletto degli studi di Storia moderna, all’Università. Si scoprono tante cose, a partire dall’Italia ancora da farsi, con quegli operai siciliani e i soldati abruzzesi, oppure quel bergamasco che parla all’assemblea. Non dirò niente sulle lotte sindacali, ma pare che in alcuni momenti siano drammaticamente attuali. Un consiglio: seguite tutti i personaggi, anche se pare un pò difficile, perché tutti hanno senso, tutti hanno dignità e qualcosa da dire.

P.S. Ah, e perché includerlo nel genere Crime? Lo sciopero forse è un crimine?

La ragazza di Bube

Bube era un paese? E comunque, cos’è, chi è? E’ un partigiano, e la ragazza è la sua fidanzata. Mistero risolto, perché il libro mi perseguitava da anni. Lui è quindi uno che se ne stava sulle montagne nei tempi del fascismo, di quelli che hanno combattuto, inviso a tanti, con un retaggio che avrebbe portato avanti la storia italiana per decenni. Lei è Claudia Cardinale, per lei un personaggio semplice, senza tanti problemi, se non dopo il finale. Aveva 25 anni all’uscita del film, ma quell’anno, il ’63, è stato meraviglioso, visto che sono usciti pure 8 e mezzo e Il gattopardo, e non solo. Un film produttivamente semplice, se non fosse per i problemi che hanno portato una qualsiasi riproduzione dell’immediato Dopoguerra, quando giravano ancora gli americani in jeep e si doveva scegliere tra monarchia e Repubblica. Tempi brutti, di progetti, di povertà, di conflitti non ancora risolti tra oppositori al regime e persone risultate vicinissime ad esso. Un’ambientazione che mette curiosità, senz’altro, perché col cinema si prende proprio tutto per i soggetti. Il crime del caso è l’uccisione di un Carabiniere, ma se ne parla indirettamente, e l’assassino compare e scompare, infine il processo, con la voce rotta della protagonista, che non riesce a spiegare le attenuanti.

Il bibliofilo me l’ha consigliato se non altro per la Cardinale, ma c’è molto di più. Io, sinceramente, a quell’epoca mi sarei innamorato, ma senza Internet che facevo? Sarei andato al cinema ogni giorno a cercare le locandine di un suo film? Avrei ascoltato la radio o visto la tv in attesa di una sua apparizione o di qualche sua parola? Mi sono sempre piaciuti i suoi occhi, la sua bocca, ma anche la voce non è affatto da non adorare.

Fino all’ultimo respiro

Visto troppo in fretta? Visto fuori dal contesto della Nouvelle vague? E perché IMDB mi spara il genere Crime anche per questo, di Godard? Chissà se Fuori orario manderà ancora roba sua… E vent’anni fa, in prematura cinefilia, avrei fatto carte false per vederlo? Siamo sicuri che non esista una versione non montata così? Perché Hollywood ne ha fatto un remake? Lo conserverò?