Pirati dei Caraibi: oltre la trilogia

L’avete notato pure voi? Nei primi due titoli della saga c’è la parola maledizione, mentre negli altri due si parla di confini. Hanno problemi a titolarli? Io, di mio, c’ho messo la parola oltre, che non guasta affatto.

Per il primo film sono rimasto un pò meno che interdetto. Sarà l’aura di personaggio cult di Jack Sparrow, o l’effetto che fa sempre il quarto episodio (hanno ragione entrambi, CineBlaBla e Sailor Fede), sarà l’occasione per vedere Keira Knightley, mi sono pappato La maledizione del forziere fantasma e Ai confini del mondo…cioè, sembra una presa in giro: La maledizione della prima luna e Oltre i confini del mare, si vede che siamo talmente rincoglioniti che anche in un post così facciamo fatica a ricordarceli…

Ho resistito anche a parte dell’ultimo film uscito, appena registrato da Sky, ma dopo aver catturato la sirena, quando Penelope Cruz affermava che “ci vogliono due calici, uno pieno d’acqua con una sua lacrima e uno vuoto”, e Jack poteva per me avere una crisi isterica, sarebbe stato molto più simpatico, io ho mollato, ho stoppato il film ed ho acceso il pc. Non dico che non mi piacciono i pirati, le ambientazioni esotiche, e pure la coralità dei primi film, in cui i tre attori principali si dividevano lo stage, ma nella parte centrale di Ai confini del mondo non c’ho capito una mazza: chi doveva donare il cuore, perché, chi era il capitano di Seppia, chi stava con chi, perché e come…No, la Disney ha sbagliato alla grande, e chi voleva un film incentrato solo su Sparrow ha avuto quello che si merita: Oltre i confini del mare sembra una multa, un pedaggio da pagare, perché non si capisce altrimenti come non buttare a mare Jerry Bruckheimer e gli altri. A questo punto preferisco vedermi l’originale, ossia un Keith Richards che muove le mani come nessuno ad un concerto.

Alice in wonderland

Io e Tim Burton abbiamo un rapporto che non si può definire tempestoso. Pure Johnny Depp non mi entusiasma particolarmente, e se c’è pure Helena Bonham-Carter direi che siamo quasi al livello di disinteresse. Ma i primi due fanno parte della lista dei registi e degli attori più osannati da IMDB, Filmtv.it e gli altri recensori. Alice in wonderland, è uno dei film che hanno incassato di più, ma doveva far parte del ciclo dedicato a loro…non fa niente…

Siamo ai livelli più alti di fantasia, quando anche gli animali parlano ed hanno nomi stranissimi. Naturale, è Alice nel paese delle meraviglie, anche se i nostri hanno scelto di lanciarlo col titolo originale. Non ho neppure un rapporto facile con il genere fantasy, quindi vi chiederete come ho affrontato questo film: annoiato, desideroso che arrivasse alla fine, con pochissima partecipazione. L’unica nota felice è di Anne Hathaway, sempre più nelle mie grazie.

Alla fine del tunnel dei film ancora da vedere ci sono pure loro, Tim e Johnny, e spero questo sia stato il massimo che hanno dato in termini fantastico, quasi un punto di arrivo per il regista, altrimenti prendo e cancello tutto quello che ho registrato.

Avatar

E’ la seconda volta che parlo di questo film. Da allora non me ne sono più interessato, se non per i sequel, e riassumevo tutto con “bello il 3-D, affascinante, anche per gli effetti speciali, ma il mondo di Pandora è irreale, non mi interessa nella storia, che è abbastanza banale. I personaggi? Quasi me li sono dimenticati…”. Una minirecensione che dovevo ripensare la volta che ho voluto registrare il film da Sky, alcuni mesi fa. Naturalmente è rimasta lì, nel decoder, perché film del genere, difficile non ammetterlo, vanno goduti così, se non in HD. Stranamente il tv lcd ha retto, al contrario di Tron: legacy, ma anche qui mancava la meraviglia del 3-D. E’ passata quasi un’epoca tecnologica da allora, sono usciti tanti titoli in 3-D (e ne usciranno: per Hugo Cabret reindosserò gli occhiali per la seconda volta) e sono venute fuori pure le tv per lo stesso godimento a tre dimensioni. Azzardato comprarle ora, ma cosa rimane? Pandora, la storia e i personaggi.

Pandora è un piacere per gli occhi, non solo per i colori, ma anche per gli scenari che Cameron ha pensato, anzi immaginato con grande fervore direi. E’ un peccato che si sia fermato ad animali che sembrano troppo simili ai nostri, anche se gli alberi e le montagne sono state reinventate del tutto (ma c’era un cartone animato italiano di mezzo, vero?). Vorrei venisse approfondito l’argomento della rete neurale tra esseri viventi nel pianeta, e mi sa che Cameron pensa anche a questo per i sequel. Diciamo che all’ambientazione do’ un bel 6 1/2.

La storia. Piuttosto normalizzata e saccheggiata da tanti altri film: c’è pure qualcosa nella flotta dei marines di nome Valchiria e due note del tema di Titanic nel finale, se gradite altri dejavù. C’ha messo di tutto, e poco si salva. 5–

I personaggi. Credevo Grace si reincarnasse in un avatar, non avevo visto le gambe di Jake nel bel mezzo della sua ambientazione tra i Na’vi, mentre il Colonnello mi sta sempre sui cosiddetti. E gli abitanti di Pandora? Direi che meritavano meno spazio, che non è poi detto che una tribù indiana, o comunque della Terra, abbia le stesse regole, gli stessi usi e le stesse consuetudini di una che devi raggiungere dopo 6 anni di criosonno, o come diavolo si chiama. 5+ comunque, come incoraggiamento.

E gli effetti speciali? Ho fatto una lunga disquisizione nel precedente post sul film, senza mai citare l’altro grande, quel Peter Jackson che ha ricreato la Terra di Mezzo. Ed è proprio grazie a lui che mi rifarò gli occhi, già “provati” dal Signore degli anelli. Comunque Cameron, Jackson, Spielberg e Lucas si stanno giocando una partita veramente impressionante con gli spettatori, e, sembra strano, a vincere sono proprio tutti.

Iron man 2

Un giocattolone, in cui sono due i punti di interesse:

  • Stark, che nei primi minuti ha delle battute e dei dialoghi che fai fatica a seguire, per cui mi chiedo se li scrive l’attore, con un’innata e debordante simpatia a quanto pare, non lo sceneggiatore;
  • The avengers, per i quali aumenta l’interesse.
  • Poi c’è La vedova nera, il personaggio di Scarlett Johannson, ma è un’altra faccenda.

Toy story 2 e 3

Non ho mai avuto abbastanza giocattoli, sempre per quella storia dell’infanzia infelice. Penso però che da bambino, per almeno un minuto, ho pensato che prendessero vita, lontano da me, quando non li guardavo, o di notte. Non avevo però la forza immaginifica del ragazzino proprietario di Buzz e Woody, ma anche di Mr. Potato’s etc, etc, attorno al quale c’è un universo parallelo che neanche Stephen Hawkins potrebbe smentire.

Memore quindi dei miei primi anni non sono riuscito ad immedesimarmi fino in fondo, anche se la Pixar diventa sempre più importante, e certe scene sono universalmente note come commoventi, ed il fanciullo che c’è in me fremeva, non poteva assolutamente rimanere indifferente. Soprattutto il finale, con quella bambina tanto buona, è un momento in cui lasciare indietro non solo i giochi, o l’idea di averli avuti, o quella di non aver saputo conservarli, ma è pure un bel proclama di cui tener conto, quello di voler crescere.

Ora mi diverto con il blog, con gli aggeggi tecnologici, con la collezione di film da aggiornare continuamente, ma sono anche mezzi con cui crescere, non servono solo all’intrattenimento o alla cultura personale. Toy story è anche questo, non è solo una trilogia della Pixar in cui meravigliarti per gli esterni o per certi particolari in cui ti chiedi se siano riprese dalla cinepresa o se sono stati creati al computer.

Up

Quanto posso amare questo film? Basta non essere un bambino? Ormai i cartoni animati, come li chiamano i miei, si sono trasformati in film d’animazione, e quelli della Pixar si garantiscono una buona fetta di qualità. C’è una prima parte veramente da Oscar, basta vedere la storia del protagonista e della moglie a farne qualcosa che travalica il genere, con il cuore che si apre a tutti. Poi entra Russell, e giù risate. Un bimbo così non lo si trova ovunque, e va a cacciarsi proprio nei guai, se il sogno di Carl era di andare nelle cascate Paradiso, per un sogno di gioventù. Vedersi quindi una vecchia casa di legno di un anziano che se ne vola con mille migliaia di palloncini è entrare nella storia del cinema. Ma non finisce qui: uno struzzo in technicolor è l’ennesimo personaggio, e i cani parlanti di un vecchio avventuriero sono al limite del mio amore per l’animale, anche se preferisco di gran lunga i gatti. Ci sono momenti mitici con questi personaggi, divisi tra mastini e compagnoni, entrambi al limite dello sganascio quando sentono uno scoiattolo o si mettono in punta; continuavo a guardare il film, ma non riuscivo a non pensare a questi amici dell’uomo che si bloccano alla parola “scoiattolo”.

Il film prosegue quindi come un cartone animato, con i soliti eroi, il solito cattivo, l’impresa da compiere e tutto il resto, ma non penso di poter smettere di guardare i prodotti della Pixar, ormai sdoganati da tempo. Chissà se riuscirò a fare la stessa cosa con lo Studio Ghibli…

Shrek 2 e terzo

Mi sono divertito abbastanza, anche per recuperare la mia infanzia infelice, in cui nessuno mi leggeva le favole citate nella saga, a partire da Pollicino, ma anche I tre porcellini, Pinocchio, etc etc, solo per citare i personaggi minori che girano intorno a Molto, molto lontano. E’ un universo a sè, e mi ci sono buttato con tutta la sospensione dell’incredulità che potevo. Peccato per Ciuchino, e per l’esaltazione del Gatto con gli stivali, il secondo insopportabile finché non fa gli occhioni dolci. E la storia d’amore tra i due orchi è quasi normalizzata, ma porca miseria, vedermi la Bella addormentata che soffre di narcolessia è qualcosa che solo al pensarci mi fa sbellicare. L’idea della sorellastra di Biancaneve non è da meno, come il gruppo di sfigati delle favole, riuniti sotto il vessillo di Principe azzurro, Charming in inglese. Se avete portato i vostri figli al cinema, o gli avete comprato i dvd, scommetto che anche voi avete avuto quel fermento che supera l’obbligo di accompagnarli, o di spiegargli le storie collaterali. Ridevate sotto i baffi, non è vero? I vostri figli si sorprendevano a vedervi sorridere per cose che non capivano? Non siete dei bambinoni, siete solo degli adulti che hanno capito l’immenso gioco. Penso che dopo questa saga le favole non saranno più le stesse, penso che vi annoierete nel raccontarle ai vostri figli, o vi scapperà di sorridere appena vi chiederanno di leggere la Bella addormentata.

P.S. Ma mi spiegate chi è il biscottino?